La “teoria dei corsi e dei ricorsi storici” in parole povere, secondo il
Vico, sostiene che alcuni accadimenti si ripetono con le medesime modalità,
anche a distanza di tanto tempo; che avvenga per puro caso o, secondo il
filosofo napoletano, in base ad un preciso disegno stilato della divina
provvidenza, sta di fatto che molti avvenimenti nella più che millenaria storia
dell'umanità, si ripetono.
E veniamo all'attuale epidemia, o
ancor meglio alla pandemia come definita dall'OMS. Epidemie, nel corso dei
secoli scorsi, si sono ripetute più volte, non di corona virus, ma soprattutto
di peste. Ricordiamo quelle sviluppatesi nel predente millennio che hanno
interessato l'Europa e l'Italia: nel 1350 e anni successivi e nel 1630.
Ambedue furono stragi che si
portarono all'altro mondo almeno un terzo della popolazione europea e, data la
poca conoscenza del fenomeno, anche in questi casi il contagio da persona a
persona era la causa principale dell'espandersi della malattia.
Ma, come osservava alcune sere fa
uno storico durante un collegamento del TG3 Notte, a queste epidemie seguirono
periodi che sono ricordati come "eccelsi" nella storia dell'umanità;
dopo la prima, siamo nel XIV secolo, si sviluppo il Rinascimento, un nuovo modo di concepire il mondo e se stessi.
Dopo la peste del 1630 si sviluppò
l'Illuminismo.
In ambedue i periodi ci furono
quindi una rinascita e uno sviluppo in tutte le attività umane.
Quindi, se consideriamo valida la
teoria dei "corsi e ricorsi storici", possiamo sperare in un mondo
migliore quando saremo fuori dalla pandemia. E questo potrà verificarsi solo se
tutti, dai governanti all'ultimo cittadino, sapranno operare con intelligenza e
avvedutezza e senza egoismi personali e nazionali.
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