sabato 21 marzo 2020

Mie idee sul futuro di Venezia



Lunedì 16 marzo ho partecipato all'incontro "on line" di " Giovanni Andrea Martini Sindaco - Tutta la Città Insieme ". È stato un incontro interessante e partecipato (una cinquantina le persone collegate) dove sono state espresse diverse idee su quale dovrà essere la nuova visione della nostra città anche alla luce della pesante emergenza che stiamo vivendo.
Io non sono intervenuto, ma mi sono segnato alcuni punti sui quali desidero esprimere a posteriori il mio pensiero.
La discussione ha preso inizio proprio dal momento attuale che vede Venezia "spopolata" nelle sue calli e campi con l'assenza di turisti, ma, soprattutto, con l'assenza dei cittadini per le strade perché, com'è indicato dalle disposizioni governative, dobbiamo "restare a casa". È una necessità, ma anche un dovere, per cercare di contrastare il contagio.
In una città come la nostra, dove una buona parte della popolazione è ormai di una"certa età", ci sono situazioni in cui molti nuclei famigliari sono formati da una singola persona e per i quali restare a casa da soli aggiunge problema a problema. Molti poi hanno difficoltà a muoversi e, quindi, a procurarsi il minimo per sopravvivere. Ci sono stati alcuni gruppi volontari, soprattutto di giovani, (associazioni o gruppi spontanei) che si sono offerti a portare gratuitamente a casa le spese. Una bella cosa questa che, però, cerca di sostituire quella che dovrebbe essere un'operazione organizzata e/o supportata dall'amministrazione pubblica che, invece, è stata completamente assente come lo è stata -in questi cinque anni- anche in molti altri campi del "sociale".
Vista la situazione spero che la prossima amministrazione -che andremo a scegliere in autunno essendo state spostate le elezioni amministrative- impegni più risorse in questo campo, risorse non solo economiche, ma anche d'idee.
Secondo quanto sopra auspico la creazione di un assessorato o di una delega chiamata "alla solitudine".

Andrea Martini, a conclusione dell'incontro (durato circa due ore), ha indicato dieci punti([i]) per la discussione del prossimo appuntamento, che dovrebbe aver luogo lunedì 23, fra i quali il "Sociale" del quale ho sopra espresso il mio pensiero, e il "Lavoro" con le particolarità della diversità e delle pluralità che dovrebbero rilanciare Venezia oltre il solo interesse  turistico.
Alcuni intervenuti hanno indicato un rilancio dell'artigianato.
Di quale artigianato?
Secondo me non si può proporre i soliti tradizionali mestieri. Ormai anche la costruzione delle barche di legno tipiche veneziane non penso che possa avere un vasto mercato, vuoi per la diminuzione demografica, vuoi per l'elevata età dei veneziani.
Molti anni fa, ad esempio, esistevano numerosi "tappezzieri"; oggi sono spariti perché quel tipo di mobili (sedie, poltrone e divani) una volta malridotti sono sostituiti con nuovi prodotti industriali.  E così altri mestieri di una volta; chi, fra i giovani veneziani, vuole oggi intraprendere il mestiere dell'intagliatore, dell'"indorador" e altri simili? 
E allora, quale dovranno essere in "nuovi lavori" che potrebbero nascere in Venezia, al di fuori di quelli legati al turismo?  Difficile a dirsi! Ed è qualcosa da individuare senz'altro prima della ripartenza dopo questo triste periodo. Non vorrei che questa fosse una ripartenza per recuperare velocemente il tempo perduto e quindi ci troveremo nuovamente con una miriade di camerieri, di addetti alle pulizie degli alberghi e dei cosiddetti B&B., di tassisti, d'intromettitori ecc. !
Io una piccola idea, ma solo un'idea, l'avrei:
implementare la ricerca sulle nuove tecnologie! È qualcosa che non inquina, 
che non richiede trasporti di materiali vari e, inoltre, invece di fare di ogni 
palazzo un albergo questi potrebbero essere sedi di questo tipo di lavoro. 
Ovvio che ci dovrebbero essere degli incentivi. 
E con la collaborazione dell'Università potrebbe nascere una "Silicon Lagoon".



[i]  Sanità, Europa, Casa, Sostenibilità, Lavoro, Turismo, Sociale, Cultura, Trasporti, Commercio.

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