lunedì 6 marzo 2006

Le “confessioni” su Play Boy ed i retroscena sull’acquisto della villa di Arcore

Solo alcuni giorni fa il Presidente del Consiglio confessò che in gioventù, quando studiava presso il collegio dei Salesiani, avendo ricevuto da uno “zio d’America” il calendario di “Play Boy”, scambiava con i suoi coetanei, e quindi barattava e vendeva, dieci minuti di “ammirazione” delle immagini con la merenda.
Sfruttava le debolezze umane dei suoi coetanei vendendo “illusioni”, in altre parole il guardare una foto, con qualcosa di concreto, una merenda!!!
Non si trattava ancora di denaro che, invece, sempre vendendo illusioni (TV), arriverà qualche anno dopo.
Che cosa facessero poi i suoi amici in quei dieci minuti non è dato a saperlo!!!
Però … erano tutti “buoni cattolici”!
E fin qui niente di male, a parte quel professarsi “buon cattolico”.
Sono passati gli anni ed “il buon cattolico” nel frattempo ha divorziato e continua a professarsi “cattolico”!!!
Dopo la giovinezza arrivano i primi affari. Di questo periodo un fatto che dimostra come “il nostro” sia arrivato al successo economico sempre sfruttando il prossimo.
Il fatto è conosciuto, ma non molto. Forse qualche giornalista ne sarà a conoscenza, ma non il gran pubblico, quello dal quale spera ricevere i voti.
Quello che segue è il riassunto di quanto scritto in un capitolo (XIII - Il delitto di Via Puccini) da Corrado Augias in “I segreti di Roma” (Arnoldo Mondatori Editore S.p.A. – Settembre 2005) e riguarda, come conseguenza, anche i retroscena dell’acquisto della villa di Arcore da parte di Silvio Berlusconi.
Detta proprietà immobiliare apparteneva al marchese Casati Stampa personaggio che, il 30 agosto 1970, nella sua casa di Roma, si tolse la vitaidò dopo aver ucciso la seconda moglie ed il giovane amante della stessa. La prima moglie, dalla quale aveva ottenuto l’annullamento dalla Sacra Rota, era già deceduta e gli aveva dato una figlia che, all’epoca del delitto, aveva 19 anni e, quindi, non ancora maggiorenne (allora si diventava maggiorenni a 21 anni).
Il testamento olografo del marchese lasciava erede universale la moglie da lui stesso uccisa; alla figlia la legittima.
I parenti della seconda moglie cercarono di entrare in possesso della cospicua eredità affidandosi all’assistenza legale di un certo avvocato Cesare Previti. Le perizie medico - legali accertarono che il marchese, suicida, era morto dopo la moglie e, quindi, l’unica erede restava la figlia di primo letto, affidata ad un tutore dal Tribunale dei Minorenni. Ed ecco che l’avvocato Previti, pur rappresentando gli interessi dei parenti della seconda moglie, contatta la giovane offrendole la propria assistenza, e ciò al di fuori di un onesto comportamento deontologico suggerito della professione.
La ragazza, stravolta dalla tragedia, accettò. Poi, essendo il tutore non un familiare (il senatore Giorgio Bergamasco), fu nominato un protutore, cioè avvocato della minore e suo rappresentante in caso di conflitto d’interessi con il tutore stesso. Il protutore fu l’avvocato Previti. La ragazza, anche per allontanarsi dai “media” e frastornata dalle incombenze legali, lascia l’Italia per il Brasile. Divenuta maggiorenne si emancipa dal tutore che, in ogni modo, rimane suo procuratore generale con ampi poteri e Previti, già protutore, resta suo avvocato. Naturalmente incombono le imposte di successione che, su un’eredità cospicua, non erano pochi spiccioli.
Per questi motivi la marchesina Casati Stampa affida incarico al suo avvocato (sempre Cesare Previti), nell’autunno del 1973, di vendere la villa di Arcore ed annesso parco, con espressa esclusione di arredi, pinacoteca, biblioteca e delle circostanti proprietà terriere. Nella primavera successiva (pochi mesi dopo) l’avvocato Previti telefona a Brasilia annunciando alla ragazza di aver concluso un “vero affare”!!! Ha venduto la villa di Arcore al completo, compresi quadri, biblioteca, arredi ed un parco immenso per ….. 500 milioni di lire (1974)!!! La ragazza evidentemente non si rende conto che la cifra sbandierata è quella che basterebbe per un bell’appartamento in centro a Milano.
Pochi giorni dopo l’acquirente Silvio Berlusconi, allora “palazzinaro”, s’insedia nella sontuosa villa senza versare la somma che, invece, liquiderà in comode rate coincidenti con le scadenze fiscali della ragazza che, oltretutto, figurerà proprietaria fino al 1980 e sulla stessa proprietà dovrà pagare anche le tasse!!!
Il contratto di vendita porterà scritto, per quanto riguarda l’oggetto del contratto stesso, “casa di abitazione con circostanti fabbricati rurali e terreni a varia destinazione”.
Ultima “perla”: poco tempo dopo la “casa di abitazione” pagata 500 milioni a rate, sarà ritenuta dalla CARIPLO quale garanzia sufficiente per un finanziamento di 7 miliardi e 300 milioni!!!

Commento finale (anche se non ci sarebbe alcun bisogno): ecco da dove deriva la strenua difesa del sodale avvocato Cesare Previti ed il voler abolire la tassa di successione sulle grandi eredità!!!!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E però guarda da chi si fa pubblicare Augias...

Sergio ha detto...

Ci mancava anche il ... veto!!!