Di
recente ho assistito ad un concerto corale nel
quale si è esibito un complesso che cantava solo canti veneziani. Fra
gli altri brani presentati c'era pure il "Viva Venezia, viva San Marco"
che spesso troviamo con il titolo di "Inno a San Marco".
È
questo un brano conosciutissimo a Venezia ed eseguito, una volta molto
liberamente, soprattutto nelle osterie. Sottolineo "una volta" in quanto
quelle osterie, ritrovo di popolo, non esistono più perché trasformate
un snack, pub, hostarie e quant'altro,
ad uso turistico.
Torniamo
al canto in questione: veniva bonariamente chiamato anche "Il canto dei
imbriaghi" (ubriachi) e la sua esecuzione avveniva ad alta
voce, o meglio, ... gridata ("sigada" si dice dalle nostre
parti); chi cantava più forte era considerato il "direttore", il "maestro"!
Il testo conteneva anche alcune variazioni che qualcuno
considerava, forse, delle interpretazioni.
Nel
brano ascoltato di recente l'incipit era "Viva il doge, viva il mar",
verso che assolutamente non esiste nell'originale di A. Bembo; sì, questo inno
ha un autore, lo stesso per il testo e per la musica, però, purtroppo, anche
nei vari siti internet che trattano di
canzoni veneziane, il brano viene catalogato, erroneamente, come "di
anonimo" o "popolare".
Per
quanto riguarda l'incipit di cui sopra, questo è apocrifo, cioè falso, non
originale. Come sia nato non è cosa certa; per quanto a mia conoscenza, ma non
la fornisco come verità assoluta, fu un'idea di un sindaco degli anni '70
durante una cerimonia della "Sensa",
la festa che ricorda l'antica usanza dello "Sposalizio
di Venezia con il mare".
Ad
onor del vero, riferisco che il programma di sala riportava il corretto nome
dell'autore.
A
documentazione di quanto scritto informo che possiedo la copia di un opuscolo
pubblicato nel 1954 (25aprile) per i tipi di "Zanetti Editore" di Giuseppe Zanetti e contenente testo e musica (linea melodica)
di questo canto e di un altro ("San Marco" parole di D.
Varagnolo e musica di B.S. Marinai).
In
calce il testo originale e la linea melodica.
Un'
altra corbelleria che ho sentito si riferisce ad un altro famoso canto
veneziano, "La biondina in gondoleta". Nella presentazione del
canto è stato indicato un imprecisato gondoliere quale amante di una nobildonna
veneziana. La storia, invece, è diversa
e abbastanza conosciuta: è l'autore del testo, Anton Maria Lamberti,
colui che descrisse poeticamente l'avventura amorosa con Marina Querini Benzon,
nobildonna veneziana dalla vita sentimentale avventurosa e spigliata (sarà stata
spregiudicata ma non era una prostituta
come, invece, viene qualificata nel "famoso"
sito venessia.com).
Il
testo venne musicato Johann
Simon Mayr, musicista tedesco che trascorse un periodo di studio a
Venezia. La canzone divenne subito famosa ed ebbe anche un seguito scritto
dalla stessa nobildonna.
Senza
trarre conclusioni, anche perché sarei cattivo, lascio il giudizio ai lettori.
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