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useScore è un software
di notazione musicale che ritengo semplice, completo, di facile uso anche per
chi non è un musicista e, infine, ha il pregio di essere in italiano e, cosa
gradita, gratuito.
L'ho
"incontrato" circa quattro anni fa e, da allora, ho abbandonato
quello che usavo in precedenza.
Premetto
che sono solo un corista e non sono un musicista.
Finora
ho usato MuseScore esclusivamente al
fine di copiare pedissequamente spartiti di brani corali, soprattutto per
creare le basi musicali delle diverse parti per facilitare l'apprendimento
delle stesse; con questo uso ho appreso qualche cosa di quello che si trova su
uno spartito e, ovviamente, anche qualcosa di musica.
Fatta
questa premessa, anche per invogliare altri coristi e/o appassionati, desidero
portare a conoscenza di altri un esempio
che conferma come i canti popolari, nel corso degli anni -a volte anche dei secoli- si spostino da una regione all'altra e
come alcuni motivi vengano ripresi ed inseriti su testi diversi.
Appassionato
di ricerche sui testi di canti popolari e, ora, anche per merito di
MuseScore, alle melodie degli stessi,
sto registrando alcuni spartiti, a volte manoscritti, di un musicista friulano,
Luigi Vriz che conobbi vari anni fa a Raveo in Carnia, suo paese di nascita.
Vriz era un maestro elementare (prese servizio a Buia -UD- nel 1911) e
autodidatta per quanto riguarda le sue conoscenze musicali. Fu uno di coloro
che, ascoltando le persone che cantavano, donne e uomini, in osteria, nei campi
o nelle case, registrava su carta la musica ed i testi delle villotte. Con
questo suo operare, lui, come molti altri di quel periodo (fine '800 e fino a
circa metà del '900), salvò un patrimonio culturale che altrimenti sarebbe
andato perso. Inoltre scrisse anche musica sua su testi propri e di altri.
Uno
dei canti, una villotta che sentì proprio nel suo paese di nascita, s'intitola "No stâ fâ la pinsirose" ("Non far la pensierosa") pubblicata,
ancora negli anni '30 del '900, in un fascicolo edito dalla Società Filologica Friulana;
si tratta di un brano che non conoscevo
e, dopo aver trascritto la voce del tenore, la melodia, l'ho ascoltata
e, con mia grande meraviglia, ho scoperto di conoscerla perché inserita in un
canto degli alpini relativo agli avvenimenti della guerra che l'Italia condusse
in Abissinia (1895-1896), che si concluse con la disfatta di Adua, guerra che
rivide le truppe alpine per la seconda volta in Africa; il titolo del canto è "Mamma mia vienimi incontro"
la cui melodia venne poi ripresa, in parte, anche in un altro canto degli
alpini dal titolo "E Cadorna", questo nato durante la prima guerra
mondiale.
Ed
allora mi sono posto una domanda alla quale non so dare risposta: «È nata prima "No
stâ fâ la pinsirose" o "Mamma
mia vienimi incontro" ?».
Qualche
alpino ha inserito la melodia della villotta friulana nel canto nato in seguito
agli avvenimenti della guerra di Abissinia, oppure, viceversa, il testo della
villotta in questione, un canto d'amore, è stato abbinato da un alpino alla
melodia di "Mamma mia vienimi
incontro"?
Sono
domande alle quali sarà difficile dare una risposta.
A
titolo di documentazione:
· spartito di "No
stâ fâ la pinsirose" nell'armonizzazione per tre voci virili di Luigi Vriz
· musica creata da
MuseScore dallo spartito in questione
· Mamma mia
vienimi incontro" nell'armonizzazione di Massimo de Bernart e
nell'esecuzione del Coro Marmolada.
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