«Napolitano
ha ascoltato con grande attenzione le nostre preoccupazioni per i rischi che
sta correndo la democrazia italiana» commentano in una nota Angelino
Alfano, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. E aggiungono: «Di fronte a questi rischi il Popolo della
Libertà continuerà a esprimere, con tutte le forze di cui dispone, le proprie
ragioni e a difendere la propria storia e quella di Silvio Berlusconi».
Questi i commenti dei maggiorenti del PDL in relazione alla loro
"marcia sul tribunale di
Milano" che, se non è proprio stata una marcia, tuttavia ricorda momenti
non troppo belli della nostra storia. I
rischi che corre la nostra democrazia non vengono dalla magistratura, ma
vengono, invece, proprio da questa parte politica che pretende di difendere
l'indifendibile.
"La legge è uguale per tutti" sta scritto nelle aule
di giustizia e non si capisce perché qualcuno debba ritenersi al di sopra della
legge e continui, aiutato dai suoi sodali, ad opporsi affinché la giustizia
compia il suo corso.
Il pericolo contro la democrazia non discende da una semplice dimostrazione
e/o manifestazione, ma dal fatto che questa è stata attuata da uno dei poteri
dello Stato, quello legislativo, rappresentato dalla miriade di deputati e
senatori di una parte politica, contro un altro potere dello Stato, quello giudiziario. La nostra Costituzione,
una delle migliori esistenti al mondo, riconosce la presenza di tre poteri
(legislativo, giudiziario ed esecutivo) nessuno dei tre sottomesso all'altro; e
compiere atti contro la Costituzione è un atto contro la democrazia.
Si sono rivolti anche al Capo dello Stato che, invece, ha
affermato che l'indipendenza dei magistrati non si discute ed il cui comunicato
potete leggerlo di seguito.
«Il Presidente della Repubblica ha espresso il suo vivo rammarico per
il riaccendersi di tensioni e contrapposizioni tra politica e giustizia.
Rammarico, in particolare, per quanto è accaduto ieri ed è sfociato in una
manifestazione politica senza precedenti all'interno del palazzo di giustizia
di Milano. Il Capo dello Stato, nel fare appello a un comune e generale senso
di responsabilità perché non appaia messa in questione la libertà di
espressione di ogni dissenso‚ l'autonomia e l'indipendenza della magistratura,
ha auspicato un immediato cambiamento del clima venutosi a creare».
Il momento attuale, nel quale assistiamo ad uno stallo della
politica, può essere pericoloso per la vita democratica del nostro paese e, per
questo, dovremo tutti vigilare.
Aggiornamento delle 14,43 del 12.3:
Leggi questo commento su Avvenire che non è un giornale della sinistra!
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1 commento:
Ciao Sergio, sei convinto che se avessimo fatto tu ed io una cosa del genere ci troveremmo già in prigione con varie imputazioni a carico. Te lo immagini se, come da lui prospettato sottobanco, fosse eletto Presidente della Repubblica. Chiederei subito la nazionalità francese per non avere un Presidente come lui ed alla faccia di tutti quelli che lo sostengono. Ciao e buonanotte.
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