Di tutto un po'. In questo "blog" troverete "sfoghi" e pensieri, lettere inviate ai giornali e, forse, non pubblicate. Parlerò di Venezia, la mia Città, di quanto c'è di buono e di meno buono in essa, ma non mancheranno neppure argomenti di politica e di quello che capita nel mondo. Insomma ... un po' di tutto!!!
San Martin xe 'nda in sofitta
a trovar la so novissa.
La novissa no ghe gera
San Martin xe 'nda par tera.
E col nostro sachetin,
cari signori xé San Martin!(mi ve canto el San Martin)
E col nostro sachetin,
viva viva San Martin!
Questa è la filastrocca che, molti anni fa, da bambino, cantavo assieme ai coetanei la vigilia di San Martino. Ma non si trattava di solo canto, Infatti il coro dei bambini era completato da un accompagnamento di percussioni formato da pentole, coperchi ed altri attrezzi rumorosi. In genere ci si piazzava davanti ad un negozio e finché il negoziante non ci dava qualcosa, soldi o dolci, non ci si muoveva. Ovviamente gli esercizi che più ci attiravano erano quelli i cui proprietari si arrabbiavano e che uscivano dal negozio minacciandoci; ma erano pochi di questo genere.
La filastrocca, come tutti i canti di questo genere, è composta da versi che non hanno alcun senso e annovera anche delle variazioni.
Ai giorni nostri questa filastrocca si sente poco e, per lo più, viene eseguita da gruppi di bambini organizzati da adulti (oratori, asili, scout, ecc.) e questo per far sì che la tradizione non scompaia come in effetti sta accadendo con la sostituzione del "bater San Martin" con il "dolcetto o scherzetto" di importazione dal mondo anglosassone che, però, genera un indotto di parecchi euro!
Nel luglio scorso, quando sui giornali imperava il "Marchionne-pensiero" stavo leggendo "Novelle campagnuole" di Ippolito Nievo e, proprio nella prima novella "La famiglia di campagna", una pagina, che, ricordo, fu scritta nel 1855 quando l'autore aveva ventiquattro anni, mi ha impressionato per l'attualità del pensiero che definirei non solo "politico", ma anche morale.
Mentre l'AD della FIAT continua a proporre i suoi "pensieri", la sinistra blatera.
Perché questa sinistra non medita su testi come quello riportato?
"... Questo ragionamento sono sett'anni che lo ripeti prima di coricarti, o povero lettore, come una massima d'Epitteto o una giaculatoria favorita. In questi sette anni sei ingrassato comeun tordo, e ti si sono rincolorite le guancie; in questi sette anni la tua casetta si è tutta ringiovanita all'aspetto, e i rabeschi dell'umile imbianchino furono coperti da carte tutto oro e velluto, le seggiole d'abete impagliato si ritrassero modeste alla cucina cacciate da una irruzione di poltroncineelastiche, o almeno di scranne di noce; i candelieri d'ottone si fecero di bronzo o d'argento ; all'inverno le finestre si vestonodi doppie invetriate e le stufe ti sgelano le dita, all'estate il tuo giardinetto vede le camelie e i rododentri (sic) sostituirsi ai gerani e al rosmarino soli adornamenti d'una volta: t'è cresciuto un bel cavallo alla stalla e l'avito sediolo giace polveroso in fondo alla rimessacolle stanghe pietosamente al cielo, mentre tu batti il paese in un elegante calessino a doppie suste.
E dimmi un po'in coscienza, di quanti giorni allungasti la tua quaresima per ottenere simili prodigi? In verità se comparvero mai grassi capponi, e agnelli arrostiti e superbe spalle di majale sulla tua tavola, ciò avvenne per fermo in questi anni malaugurati. Né la tua campagna si smagrì di nulla per tenerti in carne: ché i rivali sono folti di pioppi, d'olmi e di gelsi, i solchi negri di concime, le carreggiate fondate di fresco, arieggiate e popolose stalle, copiose le vaccherie, morbidi d'erba i prati, ricise ornatamente le siepi, vagamente disposte le viti. Ora dove hai tu messo ad opera quel tuo consiglio di stringere, di stringere per difendere gli agituoi dallo spendio delle annate? Tu lo sai in fondo in fondo, o accorto lettore; e lo sanno tutti, e io pure lo so, se mi propongo dirtelo in quattro parole. Vendendo caramente le tue derrate, diminuendo il numero dei tuoi spesati e raddoppiando sovr'essi di stimolo, nutrendoli con grano semiguasto, né avvantaggiandoli in nulla, impedendoli anzi in quelle abitudini che in anni d'abbondanza senza tuo danno recavano loro assai frutto, angariandoli, spiluccandoli fino all'ultimo soldo di debito, con tali pratiche tu giungesti a buon porto; né secondo le leggi è delitto questa tua regola di condotta, sibbene prudenza e avvedutezza; anzi oltreché guadagno, ne hai lode. Ma Iddio, la tua coscienza, se è viva, ed io per quanto posso ci leveremo in coro contro di te, imprecando a una tal massima di risparmiare sul necessario degli altri per accrescere i comodi proprii. Codesta tua pratica abbominevole (sic), nata dal calcolo che il centesimo di tutti i giorni fa le lire a fine anno, è veramente una guerra sorda e inesorabile fatta a coloro de' quali per obbligo di giustizia, di morale, di religione devi educare l'anima e conservare il corpo; io soglio chiamarla, la guerra del quattrino, né stimo che quella di Crimea vada superba d'un maggior numero di vittime.
Vedi essere per me gran fortuna, o stizzito lettore, che il nostro colloquio succeda solo nell'immaginativa, giacché altrimenti nel capitolo passato m'avresti tempestato le spalle di pugni sonori. Ma non già perché tu creda d'aver ragione, sibbene anzi perché hai torto e ti dà noia questo spiattellarlo al pubblico.....".
(da "Novelle campagnuole" - La famiglia di campagna - di Ippolito Nievo)
Siamo nella stagione giusta per quanto riguarda l'acqua alta a Venezia.
Il fenomeno è in aumento e questa tendenza è iniziata con i lavori (MO.SE) che dovrebbero "salvare" la città; infatti sono in aumento le frequenze, cioè il numero dei giorni nell'anno, e le misure.
Siamo sicuri poi che questo "salvataggio" sia proprio quello giusto?
Come sarà la nostra laguna quando resterà chiusa per lunghi periodi?
Il video che segue raccoglie una serie di immagini relative a due "acque alte" verificatesi negli ultimi anni e la musica che l'accompagna ... "è tutta un programma"!!!
Le foto sono di Guido Jaccarino, architetto veneziano, che, gentilmente, me le ha passate.
Chissà quante volte sono passato davanti a questa finestra senza osservarne la particolarità.
Ieri, per caso, me ne sono accorto.
Nel corso dei secoli solo una parte del muro ha ceduto ed il balcone ha seguito questo cedimento; in seguito, nella costruzione dell'inferriata, l'artigiano ha provveduto a mantenere la particolare caratteristica.
Fin dai miei primi contatti con quella che al giorno d’oggi si chiama “informatica” (qualche anno fa), ho sempre provato avversione verso le espressioni che definivano i computer “intelligenti”; ho sempre sostenuto che questi oggetti, alcuni li consideravano e li considerano tuttora dei “mostri sacri”, erano, e sono, solo delle macchine, ben fatte fin che si vuole, ma pur sempre macchine e, aggiungo, anche stupide. A renderle efficienti è sempre l’uomo con la “sua intelligenza”.
In questi giorni ho letto un articolo (clicca qui) che attribuisce anche al “software” l’appellativo di intelligente. Se il computer è una macchina costruita dall’uomo, anche i programmi (software) che le permettono di funzionare sono opera dell’uomo.
“Ma se negli ospedali venissero introdotti software intelligenti in grado di segnalare possibili interazioni e suggerire valide alternative le cose potrebbero andare meglio”, questa una delle frasi dell’articolo che più banale di così non si può! Il segnalare le interazioni fra farmaci non mi sembra sia un problema di estremamente difficile soluzione; già il medico dovrebbe conoscere quando un farmaco può presentare dei problemi nel caso in cui il paziente assuma altri farmaci. Tuttavia è impossibile che nella memoria del medico possano restare impresse tutte le possibilità di interazione esistenti fra tutti i farmaci ed allora la soluzione è il computer, a meno che ogni sanitario non si preoccupi di consultare volumi di “schede tecniche” cosa che richiederebbe un po’ di tempo e non sarebbe, forse, neppure totalmente precisa.
Realizzare un software che possa provvedere a quanto richiesto non è una cosa banale, ma neppure straordinaria: è solo in questo momento che l’uomo informatico, il programmatore si chiamava una volta, con la sua esperienza e, spesso, con la sua inventiva, costruisce quel qualcosa di immateriale che permette di mettere in relazione il singolo farmaco con tutti gli altri farmaci e trovarne, nel nostro esempio, le interazioni. L’importante è, soprattutto, avere a disposizione degli archivi, sempre aggiornati, che contengano queste informazioni e quindi, come base, le cosiddette “schede tecniche”, che noi profani ed assuntori di farmaci possiamo leggere, in parte, nel “bugiardino”, ma non solo. Saranno i sanitari (medici e farmacisti) a suggerire all’informatico quali devono essere i dati necessari affinché il risultato sia sempre più preciso senza procurare allarmismi.
Comunque, e concludo, non esistono “hardware” e “software” intelligenti.
Cordiali saluti e ben ritrovati a tutti i miei cinque lettori!
Sono tornato da pochi giorni e non ho ancora preso il giusto ritmo; quindi non sarò a regime di attività, per quanto riguarda il blog, ancora per un po', anche perché ho qualche problema con il PC. Ne ho ordinato uno di nuovo e sono in attesa.
Passerò presto a leggere anche i vostri blog.
Assicuro, infine, Giovanni circa la variazione del suo link.
Non ne facciamo una tragedia. Sarebbe meglio dire ... non ne facciano, i giornalisti ed i "media" in generale, una tragedia.
Non sono mai stato tifoso; comunque mi dispiace che gli azzurri tornino a casa e, questa sera, dormirò ugualmente i miei sonni tranquilli.
Ricordiamoci, in fin dei conti, che si tratta pur sempre di un gioco, anche se dietro questo gioco girano cifre inimmaginabili di soldi e, forse, proprio i soldi, sono la causa principale della magra figura della nazionale di calcio. Però, nessuno di coloro che, per i prossimi giorni, ci tormenteranno con i diversi "processi" prenderà in considerazione questa causa.
Tornando alla "tragedia", ritengo che ci siano ben altre tragedie nel mondo ed anche nella nostra "povera" (checché ne dica il solito S.B.) Italia.
Con queste brevi considerazioni su un fatto di "importanza mondiale" chiudo per ferie estive un giorno prima (domani aderirò, con il mio blog, allo sciopero contro la manovra fiscale) e do appuntamento ai miei lettori a settembre.
"Ribadisco di essere contrario a qualsiasi frammentazione del Pdl, anche mascherata da fondazioni o associazioni che possono dare l'impressione di dar vita a correnti".
Queste sono parole di Berlusconi di oggi.
Inizia con il non riconoscere la democrazia interna al suo partito (sempre che si possa chiamare partito) e poi finirà con il non volere l'opposizione alle camere.
G.F.Fini ha detto in questi giorni: "La Padania è inesistente".
Giustissimo, sostengo io. Anzi, parafrasando una celebre frase di Metternich, del 1847, ("L'Italia è solo un'espressione geografica"), sostengo che la Padania NON è neppure un'espressione geografica!
Infatti il territorio che comprende il bacino idrografico del Po è sempre, e solamente, stato chiamato Valle Padana.
Che si vadano a rispolverare i libri di geografia delle elementari!
E poi, la banalità del sole celtico e del rito alle sorgenti del Po: una baggianata. Ed il tifo per il Paraguay durante la recente partita ai "mondiali di calcio"? Un'altra stupidaggine! E' meglio che vadano a pescare ... trote!
E concludo con: "Dime mona, dime can, ma no stame dir padan!"
N.1 - Saremo anche arrivati a quello che si chiama “solstizio d’estate”, ma l’estate proprio non si vede!
Pioggia e freddo sono le caratteristiche di questi giorni.
Ma non tutto il male viene per nuocere. Infatti, per prima cosa, non ci sono le zanzare, o meglio, ci sono, ma queste temperature non estive le hanno decimate. In secondo luogo quest’oggi, finalmente, ho camminato per Venezia senza dover chiedere permesso per passare in qualche calle e questo perché turisti e visitatori domenicali risultavano decimati, proprio come le zanzare. Questa mattina ho visto qualcuno che con valigia ed ombrello partiva e qualcuno che arrivava. Poi qualche rara compagnia, dove tutti portavano l’impermeabile dello stesso colore, evidentemente acquistato “all’ingrosso”, vagava sperando, inutilmente, nel sole. Camminare per Venezia in queste condizioni fa veramente piacere! Ovviamente non avranno piacere i gestori dei pubblici esercizi che all’umido della pioggia aggiungono quello delle loro lacrime e che, nonostante tutto, piangono sempre.
N.2 - Ieri sera ho partecipato, con il mio coro, ad una manifestazione alla quale intervenivano altri due complessi musicali di genere musicale completamente diverso. Anche il luogo di esecuzione era diverso da quelli che di solito frequentiamo: il palasport “Taliercio” di Mestre (3000 posti circa) dove il nostro coro, date le caratteristiche fisiche ed acustiche dell’edificio, deve essere amplificato. D’altra parte anche gli altri complessi sono amplificati, anche troppo! Per motivi dell’organizzazione (a me sconosciuti) non è stata fatta alcuna pubblicità e, quindi, il pubblico presente ammontava a circa 200 persone. Il coro si è esibito, come "Intermezzo", fra due complessi "pop"; xi stavamo proprio come i classici "cavoli a merenda". Anche se "fisicamente" eravamo infastiditi di quanto ascoltato prima della nostra esibizione e durante le prove, abbiamo egualmente compiuto il nostro dovere, cioè quello di cantare bene!
Per quanto riguarda gli altri due complessi, formati da professionisti e che preferisco non nominare, devo dire che non capisco perché la musica, soprattutto la base ritmica, debba essere tenuta ad un così alto livello di decibel! Il rumore era talmente forte (ed è proprio il caso di parlare di rumore e non di musica) tanto che le parole del cantato non venivano percepite bene. Un rumore che faceva tremare la cassa toracica dei presenti!
Come avrete tutti immaginato, non sono un frequentatore di concerti “pop” e “rock” o di discoteche, ma mi sono reso conto, in questa occasione, come una persona, dopo ore di questo “rumore”, non abbia neppure bisogno di alcool o di droga, tanto esce rimbambita, per procurare un incidente automobilistico.
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A commento di questo post, per quanto riguarda il secondo "sfogo", l'amico Toni mi ha inviato questa poesia in veneziano
La "blogger" Emilia sta ponendo una serie di "post" su quello che possono, o non possono, fare i turisti a Venezia.
Io, con alcune foto -scattate questa mattina- vorrei indicare alcune cose che NON devono fare i veneziani.
Proprio fuori dal mio portone, già ieri mattina, ho trovato queste assi di legno che sono resti edilizi (in veneziano "rovinassi"), che qualche maleducato, incivile e "tanto altro" veneziano ha pensato bene di abbandonare in questo pezzo di fondamenta, ovviamente lontano da casa sua.
Ora resteranno ben posizionati per parecchi giorni in quanto i netturbini -che pure attraccano la barca proprio lì vicino- non li porteranno via perché non sono immondizie e neppure materiale (carta, vetro e plastica) interessato alla raccolta differenziata.
Tuttalpiù può considerarsi materiale ingombrante e quindi basta prendere appuntamento con gli operatori del servizio che, gratuitamente, provvederanno all'asporto dal piano terra del domicilio del richiedente; però, ... troppa fatica per una telefonata; e poi, tenerselo in casa propria o nell'entrata. E' molto meglio abbandonarlo vicino alla porta di qualcun altro! Chi se ne frega del prossimo!
Avrei altri epiteti per questi individui, ma non vado oltre per non scendere nel turpiloquio!
Altre due foto!
Sempre questa mattina, poco più in là del luogo in cui ho scattato la prima foto, i sacchetti della spazzatura abbandonati il sabato sera (la domenica non c'è la raccolta), sempre da qualche veneziano al quale vanno tutti gli epiteti di cui sopra; ovviamente chi ha depositato in questo luogo lo ha fatto di proposito perché lontano dalla porta di casa sua!
In più ci si mettono anche i gabbiani che rompono i sacchetti per cercare da mangiare, riducendo il suolo nello stato che vedete.
Sono due cose che NON devono fare i veneziani che, però, almeno certi veneziani (che fanno rima con " ... morti cani") le fanno quotidianamente.