L'articolo su
corriere.it, di cui al link precedente,
è uno di quegli articoli che non ammettono commenti e questo proprio non lo
capisco. A volte capita di trovarne qualcuno e spesso si tratta di argomenti
per i quali si prevede che gli interventi dei lettori sia tantissimi e, il più
delle volte, a sproposito. Quale sia il criterio della redazione, in base al
quale avviene tutto ciò, è difficile da comprendere.
Detto ciò, come
premessa, entriamo nel merito
dell'articolo che vi suggerisco di leggere prima di proseguire.
Si tratta del
resoconto dello stato dell'arte nel nostro paese circa la realizzazione del
"fascicolo sanitario elettronico" per tutti gli italiani; sembra che questo
"fascicolo" sarà pronto entro il 2015 e finirà per contenere tutti i
dati sanitari di ogni individuo, dai vari
esami alle cartelle cliniche dei ricoveri passando per i dati in possesso del medico
di famiglia. Ovviamente, e mi sembra cosa lapalissiana ad affermarlo, si tratta
di dati molto delicati, dati attenenti le singole persone circa il loro stato
di salute.
Il tutto viene
considerato dai vari livelli istituzionali un'ottima cosa, un qualcosa di
pratico che alla fine sarà di beneficio per la salute dei singoli. Infatti, in
caso di una visita, di un ricovero, di un esame diagnostico e di altro, chi
dovrà curare una determinata persona avrà a disposizione tutta la sua storia
sanitaria con una elevata opportunità di effettuare una diagnosi sempre più corretta
e con una maggiore opportunità di una cura mirata.
Quanto sopra è
vero, però bisogna tener presente che questi dati sono sensibili, direi "sensibilissimi",
in quanto dati afferenti una ben determinata persona e non sono, quindi,
anonimi e, come primo pericolo, vedo la
possibilità di una lesione al diritto della riservatezza o, come si dice adesso,
alla "privacy" che tutti pronunciano "praivasi" che, forse,
non è la pronuncia corretta! A parte questa divagazione, ritengo che la
creazione di questo "fascicolo" sia abbastanza discutibile, ma non
solo per questo motivo.
Negli anni '80 del
secolo scorso, essendo addetto ad un servizio, che in seguito si chiamerà
"informatico", di una ASL (o ULSS), fra addetti al lavoro si parlò di
studiare qualcosa del genere, anche perché all'estero qualcuno aveva già
provato. E nell'iter di questo studio si venne a conoscenza che l'esperimento
in un altro stato era stato abbandonato e tutti i dati raccolti erano stati
distrutti. Il motivo di tutto ciò veniva da questo assunto: "Mettete il
caso che prenda il potere un dittatore, tipo Hitler, e che allo stesso venga
l'idea di conoscere i cittadini affetti da una determinata patologia; in un
attimo, basterà "premere un bottone" e l'elenco sarà in mano a questo
dittatore ed ai suoi accoliti. Le persone dell'elenco sono a rischio, a rischio
di eliminazione!!!".
E non è una cosa improbabile! Pensate ai movimenti nazionalisti che stanno nascendo in Europa con la possibilità che un "uomo forte", che faccia "arrivare i treni in orario", arrivi al potere!
Meditate!
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