Lettera aperta al Sindaco di Venezia.
Locandine ed affissioni selvagge.
Egregio sig.
Sindaco,
alcuni mesi fa,
precisamente nel novembre del 2011, all'associazione della quale faccio parte
fu comminata una multa di 250 euro per aver "deturpato
un muro"!. Questa era la motivazione, ma desidero spiegarmi meglio; si
trattava, in effetti, dell'affissione di una locandina, bollata regolarmente e
fissata con nastro adesivo sulla colonna nel passaggio che dai Tolentini porta
ai giardini Pappadopoli e, quindi, a Piazzale Roma. Una zona di passaggio e di
visibilità che tutte le associazioni, ma non solo, ritengono strategica per
pubblicizzare le proprie iniziative. Fatto sta che, però, quel luogo si trova a
lato della sede dei Vigili Urbani.
L'associazione
conosce le regole che vietano questo tipo di affissioni che, nella fattispecie, è stato l'errore, o
lo zelo, di un nostro associato. E gli errori si pagano! E l'associazione ha
pagato subito la multa ottenendo così la diminuzione dell'importo di cui sopra.
Si sa che le
locandine che ogni associazione provvede ad affiggere in proprio devono essere
posizionate nei locali pubblici e non sui muri cittadini e, in genere, i
regolamenti vengono osservati, cosa che, invece, viene assolutamente ignorata
da moltissimi enti più o meno regolari e da privati.
L'associazione ha
ottemperato al regolamento, pagando la multa, anche nella speranza che qualcosa
cambiasse nella nostra città e cioè che, non solo quel luogo, ma
parecchi altri muri cittadini, risultassero finalmente puliti e non vi fosse
più alla visione di tutti, residenti e foresti, l'obbrobrio delle affissioni
selvagge.
Come anche Lei avrà
certamente notato, girando per la nostra città, in alcuni punti, ritenuti
evidentemente più appetibili, viene affisso di tutto e di più: manifesti e
locandine di varia misura, molti dei quali anche senza il regolare
"bollo" di avvenuto pagamento della tassa sulle affissioni. Quest'ultimo caso si verifica soprattutto
quando chi affigge sono i cosiddetti "centri
sociali" od i "comitati vari" che sorgono
molto spesso per dire "NO" a qualcosa, addirittura
per difendere la nostra città e, magari, si definiscono ... "ecologici". Ma anche privati
profittano di questo andazzo, che si può definire "malcostume" tollerato dalle autorità comunali,
affiggendo avvisi vari che informano sulla
disponibilità di qualcuno per effettuare lavori e, soprattutto, per informare su camere libere per studenti, cosa
quest'ultima che comporta, senz'altro, affari lucrosi senza che gli stessi
siano soggetti alle dovute e giuste imposte; in una parola si tratta di ... "nero"!
Ma la mia speranza,
a distanza di qualche mese, è stata vana; evidentemente la multa è stata
comminata per "errore" o,
perché, "una tantum",
qualcuno deve dimostrare che fa il suo dovere. Se chi ha deciso la sanzione all'associazione della quale
faccio parte avesse proseguito nel suo dovere, cioè nel multare anche molti
altri, forse oggi ci sarebbero meno affissioni selvagge e la nostra città
apparirebbe, senz'altro, ancora più bella.
Per quanto riguarda
le affissioni di coloro che affittano a studenti, sarebbe più opportuno, come accade
in altre città universitarie, che questo genere di informazioni fossero affisse su opportuni spazi nelle
diverse sedi degli atenei.
Vorrei concludere
questa "lettera aperta" segnalandoLe alcuni punti, solo come
esempio, che, tappezzati da una miriade
di manifesti, all'occhio del passante appaiono come delle vere e proprie "schifezze":
la porte che si trovano sul lato e sul retro della Scoléta dei Calegheri, un
ampio spazio nei pressi di Corte Canal (S.Croce, 659) e, ovviamente, lo spazio
a lato della sede dei VV.UU. Questi sono solo alcuni punti, ma Venezia è piena
di luoghi analoghi.
Nel ringraziarLa per
l'attenzione, La saluto cordialmente
Sergio Piovesan
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