mercoledì 3 novembre 2010

San Martin xe 'nda in sofitta


San Martin xe 'nda in sofitta
a trovar la so novissa.
La novissa no ghe gera
San Martin xe 'nda par tera.
 
E col nostro sachetin,
cari signori xé San Martin!     (mi ve canto el San Martin)
E col nostro sachetin,
viva viva San Martin!

Questa è la filastrocca che, molti anni fa, da bambino, cantavo assieme ai coetanei la vigilia di San Martino. Ma non si trattava di solo canto, Infatti il coro dei bambini era completato da un accompagnamento di percussioni formato da pentole, coperchi ed altri attrezzi rumorosi. In genere ci si piazzava davanti ad un negozio e finché il negoziante non ci dava qualcosa, soldi o dolci, non ci si muoveva. Ovviamente gli esercizi che più ci attiravano erano quelli i cui proprietari si arrabbiavano e che uscivano dal negozio minacciandoci; ma erano pochi di questo genere.
La filastrocca, come tutti i canti di questo genere,  è composta da versi che non hanno alcun senso e annovera anche delle variazioni.
Ai giorni nostri questa filastrocca si sente poco e, per lo più, viene eseguita da gruppi di bambini organizzati da adulti (oratori, asili, scout, ecc.) e questo per far sì che la tradizione non scompaia come in effetti sta  accadendo con la sostituzione del "bater San Martin" con il "dolcetto o scherzetto" di importazione dal mondo anglosassone che, però, genera un indotto di parecchi euro!

10 commenti:

emilia ha detto...

bella la filastrocca :) sono riuscita ad immaginarti in quei tempi quando la cantavi con il coro dei bambini :)

Aliza ha detto...

è vero...possiamo dire che ogni età ha il suo San Martin..?? bah. Mi hai fatto ricordare quando da bambina cantavamo casa per casa gli auguri di buon anno...ciao

Toni ha detto...

Se i negozianti non ci davano niente, noi cantavamo:
"Tanti ciodi ghe ze sul muro,
tanti busi te vegna nel culo."
E restavamo sul posto fino a quando non "cascava" qualcosa.

Sergio ha detto...

@emilia: non si trattava di un coro di bambini, ma di una banda di bambini ... fracassoni!!!

@aliza: ma dalle tue parti, semprein provincia di Venezia, si usa, o si usava, cantare "el San Martin" ???

@Toni: è vero, questa è una versione, credo quella più comune, ma ne ho sentite delle altre, tipo quella che hai citato to.

Fausto ha detto...

Speriamo che la tradizionale festa di San Martino venga continuata dalle nuove generazioni. Dopo aver cantato centinaia di volte quella canzone da bambino, ammetto che mi sono emozionato durante la mia visita alla tomba di San Martino, a Tours.

Leonardo ha detto...

Regione che vai, usanza che trovi...
In Piemonte, nei giorni prossimi a san Martino, la tradizione voleva che i mezzadri, finita la loro opera nei campi, venissero pagati dai proprietari e "licenziati", il che voleva dire cercarsi un'altra casa. Di qui, il detto popolare "fare san Martino", cioè traslocare!

Sergio ha detto...

@Fausto: lo spero anch'io, ma temo che con l'andar del tempo prevalga "dolcetto o scherzetto"!

@Sirio: anche nelle campagne del Veneto il giorno di San Martino era l'inizio del nuovo anno agricolo, data in cui si rinnovavano i contratti con i coloni e/o mezzadri; quando il contratto non veniva rinnovato, per le famiglie era un dramma: dovevano traslocare ed erano fortunate se trovavano un'altra sistemazione; in caso contrario era miseria, fame e disperazione. Ed è anche questa la causa, negli anni addietro, dell'emigrazione dei nostri contadini verso altri paesi, soprattutto America del sud.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Certe tradizioni andrebbero preservate per non dimenticare certe sensazioni, emozioni, a volte sapori, che costituiscono la vita di una comunità e talvolta anche di un popolo intero.

la stanza in fondo agli occhi ha detto...

W San Martìn e mettiamo in cantina Halloween!

PS: bel blog!

Anonimo ha detto...

Bella!