lunedì 9 giugno 2008

Ricette “on line” ed altro

Quando ero in servizio avevo la responsabilità, dal punto di vista informatico, dell’anagrafe sanitaria dell’Azienda Sanitaria Veneziana e, proprio in quel periodo, il Ministero dell’Economia, o come diavolo si chiamava, -essendo ministro Tremonti- per “controllare la spesa farmaceutica” inventò la “tessera sanitaria europea”.

Questo doveva servire, in prima battuta, ad uniformare la documentazione dell’assistenza sanitaria nella comunità europea e, fin qua, nulla da eccepire; in questo caso poteva bastare l’emissione di un documento “ad hoc” da parte del Ministero della Salute, per mezzo delle Aziende Sanitarie, solo per coloro che si recano negli stati europei. Si sarebbe risparmiato parecchio usando invece, per il controllo della spesa farmaceutica, il tesserino del codice fiscale che tutti gli italiani possiedono. Invece hanno emesso nuovamente un doppione, un documento con il codice fiscale, con in più il codice della regione di residenza (questo per la compensazione della spesa fra regioni), e valido solo cinque anni. In questo documento mancano altri dati, quali il medico di base scelto e le eventuali esenzioni per patologia e, per servirsene, bisogna avere a portata di mano sia la tessera regionale che quella “europea”.

Negli incontri con i funzionari del ministero della salute, nel periodo antecedente l’entrata in vigore della tessera europea, feci presente quanto sopra. La risposta fu che capivano la questione, che, anzi, l’avevano già fatto presente, ma il ministero dell’economia (leggi Tremonti) voleva esclusivamente controllare la spesa farmaceutica. E non bastava il codice fiscale?

Tutto questo è già in funzione e basta andare in farmacia con la ricetta e con la TSE (Tessera Sanitaria Europea) che il tutto viene registrato in formato digitale per poi essere trasmesso alla Ulss competente, che opera tutti i controlli contabili, statistici e sanitari necessari,.

Oggi leggo, su Corriere.it, che il metodo verrà cambiato (sempre per il controllo della spesa farmaceutica) con l’immissione della ricetta in internet. Non è scritto chi farà questa immissione (medico o farmacista) ed è previsto un risparmio del 10%!

Ma allora, tutto quel “popò di marchingegno” (50 milioni di TSE, informatizzazione delle farmacie) che hanno messo su in quattro anni e solo con inizio da quest’anno, è già da cambiare? Ma chi si inventa queste cose? Non hanno altro da fare al ministero guidato da Tremonti? Che s’impegnino di più nella lotta all’evasione fiscale!

Ma c’è dell’altro su quell’articolo: “Oltre alle ricette online, il governo lavora su altre ipotesi come quella di un 'tavolo permanente' per l'armonizzazione delle politiche della sanità elettronica che avrebbe tra i suoi scopi la realizzazione del 'fascicolo sanitario elettronico del cittadino'. Il tutto con una particolare attenzione alla sicurezza e protezione dei dati personali.”

“FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO DEL CITTADINO”!!! Ma scherziamo? Qui non si tratta di riservatezza e protezione dei dati personali. Ci mancherebbe altro!

Leggendo questa notizia sono andato con i ricordi a parecchi anni fa quando, proprio all’inizio del mio lavoro “informatico” (allora non si chiamava così in quanto il termine è entrato dopo nel linguaggio comune, derivando dall’allocuzione francese “information automatique”), sempre nel settore sanitario, lessi in una rivista specializzata che in un paese europeo, all’avanguardia nella tecnologia, avevano già provveduto a qualcosa di simile creando archivi con dati anagrafici correlati a dati clinici. Tutto molto bello ed efficiente: bastava schiacciare un bottone ed il medico aveva a sua disposizione la storia del paziente che aveva di fronte. Sicurezza anche lì in quanto non tutti potevano, ovviamente, accedere a quei dati.

Ma a qualcuno dei dirigenti di quel paese, la Svezia per la precisione, è venuto in mente che se, per ipotesi, fosse andato al potere un “Hitler” qualunque, questi avrebbe potuto schiacciare il bottone, alla faccia della sicurezza, ed estrapolare tutti i cittadini con, ad esempio, la sindrome di down e … agire di conseguenza!

Messo questo sospetto, hanno subito pensato bene di distruggere gli archivi solo per evitare una possibilità remota.

E noi, visto che queste possibilità, oggi, sono meno remote, ripristiniamo questi metodi!

Pensate cosa sarebbe successo, allora, se i nazisti avessero avuto in mano strumenti simili: avrebbero perso molto meno tempo e avrebbero trucidato qualche milione di ebrei, zingari ed omosessuali in più!

A questo proposito, una notizia che non molti conoscono: durante quel triste periodo la “contabilità” dei campi di sterminio veniva gestita, con schede perforate, dalla più famosa multinazionale americana di macchine per ufficio, tramite la sua consociata svizzera! I soldi sono soldi!

Personalmente non sono contrario a intercettazioni telefoniche, a telecamere che “spiano” certi luoghi, a pubblicizzare i redditi in rete e ad altre cose che riguardano la cosiddetta “privacy”, ma qui non si tratta di questo: la questione è molto più pesante, direi grave.

Clicca qui per leggere l’articolo in questione.

5 commenti:

Gianna ha detto...

Grazie per tutto ciò che ho imparato!

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Io cmq sarei più tranquillo perchè cmq non ce la faranno a fare questo progetto. Moltissimi in Italia non navigano e quindi questo potrebbe essere un deterrente a fare sul serio....

Toni ha detto...

Quando ho visto i medici munirsi di computer per sostituire le cartelle personali, ho pensato che la "riservatezza" fosse stata favorita. Infatti prima chiunque avrebbe potuto impossessarsi dei dati personali dei clienti,solo asportando dette schede. Un altro vantaggio deriva dalla emissione della ricetta chiaramente stampata e non più scritta a mano, con una grafia da paraplegici ignoranti.
Ma detti vantaggi sono "offuscati" da ciò che ci fai osservare. Sono convinto che le intenzioni non siano quelle dichiarrate dagli "in-
ventori" di questo subdolo sistema, i quali sicuramente vogliono passare alla storia per un motivo molto meno nobile: il raggiungimento di un potere, che della "riservatezza" se ne frega.

Sergio ha detto...

@ stella: ... troppo buona!!!

@daniele: spero anch'io che, come tante altre cose, questo progetto non vada avanti. Però, ad essere realisti, se il metodo è quello di interessare le farmacie, queste sono ormai tutte informatizzate. Se invece vogliono coinvolgere i medici, la vedo un po' più dura: senz'altro per adoperarsi come desiderato dallo stato vorranno una contropartita, ovviamente in denaro. Quindi ci sarebbe un "risparmio" da una parte (ma io non lo vedo) ed una spesa dall'altra.

@toni: il problema più grave non è tanto quello della riservatezza, ma quello sollevato dagli svedesi ancora anni fa.

Gianna ha detto...

Ho detto la verità!