domenica 14 ottobre 2007

Il genocidio armeno, da parte dei turchi, e le difficoltà di un suo riconoscimento

Molti anni fa, quando, da studente, praticavo l’atletica leggera, e, trovandomi al campo sportivo, per gli allenamenti, con ragazzi di altri istituti, incontravo anche miei coetanei che, fra di loro parlavano o il francese, oppure una lingua sconosciuta; scopersi, solo chiedendo, che si trattava della lingua armena.
Questo poteva succedere perché a Venezia esisteva un Collegio Armeno dove venivano a studiare alcuni ragazzi di etnia armena provenienti un po’ da tutto il mondo perché le loro famiglie, anche da parecchie generazioni, appartenevano alla “diaspora armena”; erano cioè gente che aveva dovuto abbandonare la propria terra perché perseguitati soprattutto per la loro religione.
Infatti, il regno d’Armenia, fu il primo stato che divenne cristiano, cioè dove il cristianesimo fu religione di stato. Questo accadde nel 301 d.c. e, nel 428 d.c. il Regno d’Armenia perse la propria autonomia restando soggetto ad altre potenze nei cui territori venivano professate altre religione. Fu, però, con l’arrivo dei turchi selgiuchidi e con la caduta dell’Impero Romano d’Oriente che il popolo armeno si trovo circondato dall’islam ed allora iniziarono le persecuzioni più cruente, che, oltre a procurare sofferenze e morte, dispersero individui e famiglie, prima in giro per i paesi del Mediterraneo e, poi, per il mondo intero.
La Repubblica di Venezia, la Serenissima, nei suoi oltre mille anni di vita e di storia, diede ospitalità agli armeni, dapprima perché commercianti e, quindi, anche a coloro che fuggivano dalle terre conquistate dai turchi.
C’è chi pensa, ma si tratta solo di leggende, che i veneziani avessero una particolare simpatia per queste popolazioni perché originarie dagli stessi luoghi, le coste del Mar Nero: infatti nell’Iliade di Omero si parla degli Eneti, residenti nell'antica Paflagonia, alleati dei troiani, che, dopo la distruzione della città, si unirono ad Antenore per sbarcare nelle lagune del nord dell’Adriatico. Dagli Eneti derivano i Veneti.
Nel 1717 il Senato della Repubblica (sempre la Serenissima) donò ad un benedettino di rito armeno, transfuga da Modone, un’isola della laguna dove, a capo di altri monaci, fondò la Congregazione Mechitarista Armena.
Venezia era il ponte naturale di un Occidente proteso verso l'Oriente e, da allora, quest’isola, l'isola di San Lazzaro, detta “degli Armeni” divenne la "piccola Armenia", ancor oggi meta di pellegrinaggi e luogo ove cresce e si corrobora l'identità nazionale, portando copiosi frutti spirituali e culturali. Nel 1836 e fino al 1990 operò in città il Collegio Armeno.

Durante la prima guerra mondiale gli armeni, che si trovavano in Turchia, furono oggetto di persecuzioni da parte del governo di quel paese che concludeva il regime “ottomano” e proseguiva, a guida laico-militare, con il movimento dei “Giovani Turchi”.
In quel periodo furono uccisi, nei modi più disparati e crudeli, oltre due milioni di Armeni che, da millenni si trovavano in quelle terre. Vedi qui e qui

In questi ultimi anni è uscito in libro, un romanzo, che narra la storia di una famiglia armena dell’Anatolia e degli abitanti di quel paese, che, per la maggior parte, perì in quel massacro. Alcuni fuggiaschi raggiungono a Venezia il nonno dell’autrice, Antonia Arslan. – “La masseria delle allodole” è un libro che vi consiglio di leggere. Nel 2004 è arrivato secondo, per due voti, al Premio Campiello.

A differenza dell'Olocausto ebraico, riconosciuto e condannato da parte tedesca, quello armeno non è stato né riconosciuto né tanto meno condannato da parte della Turchia attuale che, anzi, in ogni occasione continua a negare il fatto che sia mai avvenuto un genocidio degli armeni.
A tutt'oggi la Turchia spende ingenti somme per mistificare la storia e far tacitare tutti coloro che, specialmente nel mondo occidentale, reclamando una postuma giustizia per gli armeni, chiedono che il genocidio armeno venga riconosciuto, in quanto tale, dai vari paesi ed in primo luogo dalla Turchia.Per tacitare queste richieste la Turchia ancora oggi corrompe politici, studiosi e giornalisti occidentali affinché, affermando il falso, neghino che vi sia mai stato un genocidio armeno. Oltre a ciò ricorre alle minacce ed ai ricatti politici, come ha recentemente fatto con la Francia allorquando l'Assemblea Nazionale, prima, ed il Senato, poi, hanno riconosciuto il genocidio armeno.
Anche in Europa (1987) è stato riconosciuto il genocidio armeno. In Italia, dapprima alcuni consigli comunali, fra il 1997 ed il 2003, hanno votato questo riconoscimento ed anche il parlamento italiano (2000).

Vedi anche qui

E la Turchia continua a negare!

È notizia di questi giorni che anche gli USA stanno procedendo verso questo riconoscimento che, però, trova molti ostacoli, fra i quali, in primo luogo, il presidente Bush.
La Commissione Esteri della Camera Usa ha approvato la risoluzione per 27 voti contro 21, ignorando la richiesta del presidente americano George W. Bush e del governo turco di respingere il documento.
La Turchia ha definito "un insulto" la risoluzione che afferma che gli armeni furono massacrati dall'Impero Ottomano.


Queste le dichiarazioni della amministrazione Bush:
"Siamo contro la risoluzione sul genocidio degli armeni, ma non possiamo fare niente per impedire al Congresso di votarla, se non fare pressioni sui parlamentari perché votino contro". "La cosa più bella sarebbe che la risoluzione venisse ritirata - ha detto Casey - ma a questo punto tale sviluppo appare improbabile".

ed ancora …

"Rimaniano contrari alla risoluzione numero 106 adottata dalla Camera dei Rappresentanti", ha dichiarato il portavoce presidenziale Gordon Johndroe, "per il grave pregiudizio che essa potrebbe arrecare alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti".

Evidentemente quello che conta, alla faccia della storia e dell’intera umanità, è il possesso delle basi per continuare la guerra in Iraq ed anche il controllo sul medio oriente e sul petrolio.

Desidero concludere questo post rimandandovi ad un mio scritto, di qualche anno fa, nel quale tratto di un canto armeno, il cui spartito è stato trovato nella ricchissima biblioteca dell’Isola di San Lazzaro degli Armeni e che il Coro Marmolada di Venezia, al quale appartengo da molti anni, esegue, in originale. Leggendo questo pezzo avrete anche modo di ascoltare il canto che s’intitola “Alakiaz partzer sara a”. Clicca qui.

4 commenti:

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Avevo parlato a proposito di una mia poesia di queto fatto sia pure indirettamente.

Conosco la loro storia e so quello che la Turchia fa per impedire che si diffonda la verità su quel genocidio.

Un post davvero importante perchè nessuno ne parla pensando che oramai sia tutto risolto sia tutto passato.

Invece non bisogna dimenticae ed è necessario tenere gli occhi bene aperti.

Sergio ha detto...

Una cosa che mi lascia perplesso (non troppo, tanto me l'aspettavo) è che nessuno degli esponenti di governo, ma anche dell'opposizione, abbia preso posizione sulle dichiarazioni dell'amministrazione USA!

Anonimo ha detto...

Sono una studentessa di quasi diciannove anni, e quest'anno mi sono diplomata con una tesina in cui, tra l'altro, ho trattatato ampiamente del genocidio armeno, col sostegno del mio prof. di storia. Mi sono documentata per un anno intero tramite libri ed articoli pubblicati in rete, perchè purtroppo l'argomento è talmente scomodo che se ne parla raramente, e chi lo fa difficilmente è esente da soggettività "ideologica", per così dire. Sì, perchè la Turchia di oggi fa gola a molti, dagli Stati Uniti a Israele fino all'Europa,e così si propaganda fino alla nausea questo falso mito di uno stato islamico "occidentale" e "democratico"!
Ebbene, parliamone. C'era una volta un dittatore, un uomo che, una volta salito al potere, se n'è guardato bene dal condividerlo con il popolo, e che, come un vero "Grande Fratello", costruì attorno a sè un culto della personalità che ancora oggi rasenta il fanatismo religioso. Un personaggio laico, esente da fondamentalismo, e che pure non esitò a massacrare le minoranze etniche e a cacciare tutti i dissidenti in nome di un principio di unità nazionale. C'era anche un partito, formato da persone violente ed estremiste, che in nome di una leggendaria pretesa di purezza razziale si macchiò dei crimini più orrendi mai concepibili. Ma non sto parlando di Saddam Hussein o di Stalin, nè del partito nazionalsocialista tedesco o dei khmer rossi.
Sto parlando di un uomo chiamato Kemal, noto al mondo come Ataturk, e del Partito dei Giovani turchi, entrambi coinvolti nella perpetuazione del genocidio armeno.
Purtroppo sarebbe troppo lungo trattare in questa sede in maniera compiuta di questo orribile delitto così vergognosamente sottaciuto per quasi un secolo, ma invito chi leggerà questo messaggio a riflettere su alcune questioni.
Tutti sappiamo cosa significa Shoah. Chi sa cosa significa Metz Yeghern?
Tutti sappiamo chi erano Goering, Himmler, Goebbles. Quanti conoscono Enver Pasha, Talaat Pasha, Djemal Pasha? In Germania non ci sono strade nè monumenti dedicati ai primi, ci sono invece in Turchia per gli ultimi.
Tutti sappiamo cosa originò quell'anacronistica favola che fu l'Arianesimo. E il Turanesimo?
Chiedete agli Armeni.
Ma non chiedete al governo turco. A meno che non desideriate un processo per "lesa nationalità".

Sergio ha detto...

Grazie +empathy* per il tuo commento preciso e documentato.
Mi fa piacere che una giovane studentessa abbia conoscenza di questi fatti in maniera così precisa e, soprattutto, che abbia idee molto chiare.
Purtroppo, però, ci sono altri che non sanno nulla di tutto ciò e neppure vogliono saperlo; oppure, per opportunismo, preferiscono che non se ne parli.
Un esempio lo puoi trovare nel forum di Panorama al seguente "link":
http://forum.panorama.it/viewtopic.php?pid=38258