martedì 10 ottobre 2006

Sulla “finanziaria” e anche qualcos'altro!

Art. 63
(Trattamento economico dei ministri)
1. Il trattamento economico complessivo dei Ministri
e dei Sottosegretari di Stato, previsto dall’art. 2,
comma 1, della legge 8 aprile 1952, n. 212 e
successive modificazioni, è ridotto del 30% a
decorrere dal 1° gennaio 2007.


Quello che mi piace della “Finanziaria” è l’articolo 63!
Ed anche il successivo articolo 64.

Art. 64
(Automatismi stipendiali e misure di contenimento
per i trattamenti accessori dirigenziali)

Era ora che qualcuno incominciasse!
Ma quello che non si vede nelle 253 pagine del provvedimento, almeno in una lettura molto veloce, è l’applicazione di questo articolo anche ai parlamentari, ai componenti le giunte ed i consigli regionali, provinciali e comunali. E, perché no, anche ai componenti le cosiddette municipalità.
Sai che risparmio di spesa pubblica ci sarebbe!
Ma io allargherei questo articolo anche ai pensionati della politica, a coloro che, magari solo dopo due legislature (parlamentari e consiglieri regionali), se ne possono stare in panciolle a farsi gli affari loro e godersi pensioni di qualche migliaio di euro al mese! E non ci vengano a dire questi signori che se le sono pagate le pensioni! Con quali soldi?
Andiamo avanti con altri possibili risparmi di spesa pubblica.
Non ho letto di risparmi sulle cosiddette “auto blu”, quelle usate dai vari personaggi della politica ed istituzionali nonché da alti dirigenti.
Ma è mai possibile che non possano usare l’automobile loro? Perché, oltre alle favolose prebende devono godere anche di queste agevolazioni? E non vengano a dire che è questione di sicurezza. Questo forse è da valutare.

Lasciatemi, a questo punto, portare un esempio veneziano e poi traetene le conseguenze.
Mi riferisco alle “auto blu”, o meglio, ai “motoscafi blu” che non sono blu ma in “lustrofin”, cioè in legno pregiato tirato a lucido, lustrati in tutte le sue parti.
Spesso mi soffermo in Fondamenta Santa Chiara, di fronte al supermercato Coop, dove si trova un pontile di attracco del Consiglio Regionale. Soprattutto durante il mattino c’è un viavai di motoscafi, con tanto di bandiera della Regione del Veneto che, dopo una sosta, caricano poche persone, da due a quattro, e ripartono. Prevedo che si tratti di consiglieri regionali che si recano a Palazzo Ferro-Fini, sede del consiglio.
Ovviamente si tratta di consiglieri (ma sono solo consiglieri?) che provengono dalla terraferma, dal “dogado” come si diceva una volta, dalla “campagna” insomma!
Quello che non capisco è perché si debba spendere soldi pubblici per questo “servizio”. Basterebbe che i consiglieri si facessero quattro passi a piedi fino a San Tomà e poi un brevissimo tratto in vaporetto fino a Santa Maria del Giglio, proprio nei pressi della loro sede istituzionale. Tutti ne avrebbero beneficio: ovviamente le casse pubbliche, ma poi anche i singoli consiglieri che si godrebbero Venezia, prima facendo quattro passi a piedi (farebbe bene anche alla loro salute) e poi godendosi un pezzo di Canal Grande.
Qualcuno penserà che forse perderebbero tempo prezioso da adoperare più utilmente nel loro prezioso lavoro. Il tempo di percorrenza, compresa la sosta del motoscafo per attendere qualcun altro che probabilmente ha telefonato avvertendo di essere in arrivo (a proposito chi paga il telefonino?), non è di molto inferiore al percorso che ho descritto sopra. I vantaggi economici, invece, sarebbero indubbi visto anche che i costi di manutenzione di un motoscafo sono di molto superiore a quelli di un’autovettura.
Ma chi si prende la briga di fare questi provvedimenti? Vogliamo forse suscitare un pandemonio?
Eppure sarebbe così bello vedere passeggiare i nostri consiglieri regionali e, perché no, magari fermarli per strada e dire loro cosa pensa la gente sul loro operato. Ma è proprio questo che non vogliono.

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E sempre legato alla finanziaria o, più precisamente, al famoso ceto medio, ecco una lettera di un lettore di “Italians” rubrica di Severgnini su Corriere.it, lettera che condivido al 100%

1 commento:

Luigi ha detto...

La riduzione delle indennità dei ministri e dei sottosegretari è stata definita dallo stesso Prodi puramente simbolica. Prodi non avrebbe potuto fare di più, neppure se lo avesse realmente voluto, perché si sarebbe trovato tutto il Parlamento contro, maggioranza e opposizione.
La questione delle pensioni dei politici è poi davvero scandalosa, specialmente se si pensa che costoro ripetono che l'Inps è al collasso e che in futuro le pensioni dei lavoratori non potranno più essere pagate. Le nostre non saranno pagate, le loro, ottenute dopo pochi mesi di servizio, sì. C'è da rabbrividire.