domenica 2 luglio 2006

Venezia città "diversa", Venezia "città a statuto speciale"

Premessa: il Presidente della Regione del Veneto, per circa due mesi anche senatore, ha depositato al Senato una proposta di modifica costituzionale affinché il Veneto diventi una regione a statuto speciale. Ma cosa ha di diverso il Veneto dall’Emilia-Romagna, per esempio? Si sa che le regioni a statuto speciale sono state concepite, tempo fa, perché diverse: diverse in quanto isole, oppure perché di confine e con problemi di bilinguismo. Inoltre, proprio in questi giorni siamo venuti a conoscenza che anche Campione d’Italia, enclave italiana in terra elvetica e sede di un casinò, ha delle diversità e per queste diversità riceve contributi speciali dallo Stato.

Ed allora: esiste al mondo una città simile a Venezia?

Subito tutti risponderanno che non esiste, che Venezia è unica al mondo, diversa da tutte le altre città. Una città speciale, una città con uomini diversi dai simili delle altre città; diversi perché, normalmente, si spostano con le loro gambe e non con veicoli. Tutt’al più usano una barca o un altro mezzo di locomozione per via acquea.
È anche una città di confine, simbolicamente e fisicamente al limitare della terra ed all’inizio del mare o, invertendo i fattori, al limitare del mare ed all’inizio della terra.
Uomini e donne camminano a Venezia da sempre, da quando iniziano i primi passi e fino alla vecchia allorché è faticoso camminare, è faticoso fare i gradini dei ponti e quelli per salire le scale di casa; a Venezia si contano sulle dita delle mani le case con ascensore.
Ma Venezia è veramente, come tutti i porti, un confine di Stato.

A Venezia costa tutto di più ed anche in questo è una città speciale!
Costano di più i trasporti delle merci perché comunemente si fa tutto manualmente: dalle barche si trasborda sui carretti che sono tirati, o spinti, manualmente per calli, ponti, campi e campielli.
Costa di più la manutenzione delle case che si deteriorano più velocemente che in altre città a causa dell’umidità e della salsedine che sale lungo i muri; da ciò deriva quindi un costo d’acquisto maggiore che aumenta anche per la domanda che proviene da non veneziani.
Insomma è una città diversa ma anche difficile in tutti i sensi che, però, i veneziani amano ed è il luogo in cui desiderano vivere, nonostante tutto.

Ma non solo la fisicità è diversa. Anche le teste degli uomini sono diverse, culturalmente diverse.
Intanto il solo fatto di nascere, crescere e vivere in una città bella, da qualsiasi parte tu la guardi, ti rende diverso.
Anche la storia millenaria, storia politica, economica e sociale che diversificò lo Stato e gli abitanti della Serenissima dal resto dell’Italia fa sì che il DNA culturale del veneziano sia diverso.
Forme di mutualità pubblica e privata, legislazione sociale avanzata, laicità dello Stato, pur nella religiosità dei singoli, sono tre grandi aspetti, anche attuali, che nella Serenissima erano attivi quando in nessuna parte d’Europa sapevano cosa fossero.
Gli operai di Stato, gli “arsenalotti”, ma anche le fabbriche “protette” e vigilate dallo Stato (vetrerie) erano situazioni avanti nei tempi.
Forse il DNA culturale, assorbito durante la Serenissima, si è affievolito per l’irruente globalizzazione dei tempi moderni, ma, senz’altro, in modo inferiore a quanto capitato sulla terraferma.
Venezia è diversa, quindi, dal resto del mondo, comprendendo fra questo anche il territorio veneto, ed allora … cosa ci azzecca Venezia con il Veneto?
Anche politicamente la Città è diversa dalla Regione e, in parte, anche dalla Provincia.
Venezia è sempre stata di sinistra, anche quando governava in città la DC i cui uomini politicamente più importanti erano l’espressione della sinistra di quel partito.
A Venezia nacque il “compromesso storico” che portò, anche a livello nazionale, ai governi di centro-sinistra.
Qualcuno dice che Venezia e Mestre sono differenti, ma che si completano!
Qualcun altro non condivide questa tesi e nel corso degli ultimi decenni ha tentato una divisione fra le due realtà.
Una modifica negativa alla Venezia moderna l’ha portata la monocoltura turistica ed a ciò si dovrà porre rimedio: come? Non lo so.

Allora essendo Venezia unica, diversa, speciale, difficile e quant’altro, è necessaria una legislazione speciale per Venezia, e non parlo della “Legge Speciale” che ogni anno doveva essere riconfermata e finanziata. Durante il corso di questi anni, il contributo della legge di cui sopra è servito quasi totalmente al restauro edilizio di parte delle abitazioni, soprattutto palazzi, ma ultimamente tutto è stato devoluto alla costruzione del MOSE del quale, forse, non ne abbiamo effettivamente bisogno.
Ma la legislazione speciale per Venezia non dovrebbe essere solo soldi, anche se questi sono importanti.
Venezia deve godere, innanzitutto, d’autonomia, di quell’autonomia concessa dalla Costituzione alle cinque Regioni a Statuto Speciale.
Deve essere una “Città a Statuto Speciale”, autonoma dal Veneto il cui istituto regionale l’ha solo sfruttata; la Regione è sempre stata una “matrigna” nei confronti di Venezia.
Piccolo, ad esempio, è stato il riconoscimento della specificità nel campo della sanità ed allora la Città, dove oltre ai residenti, sono presenti milioni di turisti e tanti studenti non residenti, deve pretendere e prendersi questa specificità.
La Costituzione Italiana prevede che un comune o una provincia possano staccarsi da una regione e rendersi autonomi.
Ed allora tentiamo questa strada! Sarà difficile, ma resta l’unica!

Fora Venessia dal Veneto!


P.S. - Invito i lettori di questo “post”, soprattutto i veneziani, a fornirmi i loro suggerimenti ed i loro commenti partendo dal presupposto che queste sono solo mie idee senza avere la pretesa che siano la “verità”.
E se qualcuno poi, volesse prendere l’iniziativa, anche perché più capace organizzativamente, di discuterne più ampiamente e, perché no, di avviare un movimento di opinione io sono disponibile.

7 commenti:

Toni ha detto...

Non sono d'accordo! Venezia ,proprio perché è speciale, non deve essere dichiarata a Statuto speciale. Quali ne sarebbero i confini, quale il Governo, quale il rapporo con il resto del mondo? Venezia per vivere ha bisogno della linfa vitale di un entroterra (non solo quello che si affaccia alla laguna) estremamente ampio: l'intero Veneto,da proclamare Regione a Statuto o speciale.

InOpera ha detto...

io credo che ogni grande cittá é sempre una cittá "speciale".
Vuoi perché contenere piú di un milione di persone la rende diversa e diversificata, vuoi anche perché c'é un flusso maggiore di persone, informazioni, cultura, materie...

Poi se aggiungiamo che una cittá di mare (mi permetto di catalogare Venezia in questo modo) amplifica tutto ció, ecco che possiamo benissimo dire che Venezia é una cittá particolare, ma non credo piú o meno di Napoli o Palermo (altre due cittá di mare)

Soprattutto, lo statuto speciale servirebbe a cosa? Specificare questa diversitá ed aiutare a trovare e cementare l'identitá veneziana oppure tutelarne la propria diversitá?

Sergio ha detto...

x InOpera: Napoli e Palermo sono città di mare; Venezia è città di laguna con canali più o meno grandi e numerosissimi che la intersecano. A Milano e a napoli di viaggia sue due o quattro ruote! A Venezia per lo più si cammina o si usano mezzi acquei pubblici il cui costo di gestione è molto più alto di quello degli autobus. E così vià!!!

x TONI: confini, forma di governo: tutto da studiare. E' necessario, però, staccarsi dal Veneto!
"Deinde" ... "fora Venessia dal Veneto"! o meglio ancora "... fora el Veneto da Venessia"!

Anonimo ha detto...

Venezia sarrebe già diversa se non volesse vantare pretese governo territoriale fuori dalla sua laguna e se non avesse avuto dal 1973 agevolazioni sul costo del lavoro e una legge speciale puramente immobiliare. Inoltre resta sempre una fogna a cielo aperto, Teddi Mestre

Anonimo ha detto...

Il Veneto non è una regione ma una città diffusa sul territorio. Quanto a Venezia, giusto che diventi uno stato come il Vaticano e San Marino, rinunciando al ruolo di isola pedonale del Veneto. Sempre Teddi Mestre

Sergio ha detto...

x Teddi:
Diventerà ancora più fogna grazie al MOSE ed agli scariche della terraferma del Veneto!

Comitato Fronte Ultimi (Veri) Venexiani ha detto...

E' una ipotesi certamente interessante per salvaguardare l'ex Capitale anche se il vero pericolo mortale è l'economia del turismo di massa, vera peste veneziana del III Millennio.
Se mai tale economia potra essere ri-equilibrata con economie alternative forti come ad esempio quella del "Mare", la fine della millenaria Civiltà Anfibia sicuramente è segnata.

Comitato Fronte Ultimi Veri Venexiani