mercoledì 30 gennaio 2008

Vi suggerisco un libro ... per non dimenticare

“Sotto Berlusconi – Diario di un’americana a Roma – 2001-2006” di Alice Oxman.

L'autrice, moglie del giornalista Furio Colombo (già direttore de l'Unità), ci propone il suo diario legato agli avvenimenti di un quinquennio: avvenimenti politici, legati ai provvedimenti ed a quanto detto e fatto da Berlusconi e dai suoi sodali, il tutto documentato con datazione e citazione delle fonti.

Il pregio di questo libro è quello di aiutare la memoria e ricordare, quindi, cose che molti hanno già dimenticato, o che non ricordano più molto bene. Si sa, la natura umana facilita la cancellazione delle cose poco liete!

In appendice troviamo l'elenco dei principali provvedimenti "ad personam"; un'appendice molto utile ed interessante.

Consiglio la lettura ... per non dimenticare.

Collegandomi alla suddetta appendice, e sempre per non dimenticare e per documentarsi ancor meglio, ho elencato, di seguito, i più importanti provvedimenti “ad personam” di cui sopra e, di ognuno, ho trovato il collegamento ad una pagina in internet (quasi sempre di un sito governativo) per poter leggere il documento (legge o decreto) originale.

Legge che abroga imposta di successione sulle grandi eredità – 383/2001

Rogatorie internazionali – 367/2001

Legge “obiettivo” - 443/2001

Legge per la depenalizzazione del falso in bilancio 61/2002

Legge Cirami – 248/2002 - Ricusazione del giudice per legittimo sospetto 248/2002

Lodo Schifani – 140/2003 Impunità (divieto di sottoporre a processo) delle cinque più alte cariche dello Stato

Ex Cirielli (“salva Previti) 251/2005

Legge Pecorella – DL 3600/2006

Condono fiscale

Segreto di Stato per Villa Certosa

Legge “Castelli” Riforma dell’ordinamento giudiziario

Conflitto di interessi – 215/2004

Legge Moratti – 53/2003

Legge Gasparri – 112/2004

Lavoro precario 30/2003

Legge elettorale (“porcata”) – 270/2005

Riforma costituzionale (parte seconda della costituzione) – Cancellata dal referendum

Ecco come sono i gondolieri veneziani

Spesso, soprattutto da chi non li vede giornalmente, i gondolieri veneziani appaiono, più che altro, sotto un aspetto folcloristico e quasi romantico, come se tutti fossero come il gondoliere interpretato da Alberto Sordi in un film degli anni ‘50. Ma non è questa la realtà.
E’, sempre di più, una lobby. Un gruppo di poche persone (circa 3-400) con tanti privilegi, fra iquali quello di non emettere scontrini fiscali, un privilegio, quest’ultimo,ottenuto ricattando i politici locali.

Una lobby potente che, quasi sempre paventando minacce, ottiene di tutto. Basta far pensare ad un blocco del Canal Grande e tutti i politici calano le braghe!

Per non parlare del turpiloquio! Una volta i gondolieri non avevano un elevato grado di istruzione e venivano, normalmente, da famiglie che avevano sfornato, sempre e soltanto, gondolieri. Il linguaggio “colorito” era quasi una normalità, ma era solo “colorito”. Oggi, invece, molti gondolieri hanno, almeno sulla carta, un certo grado d'istruzione: conoscono più di una lingua ed alcuni sono perfino laureati. Ma, con il grado di istruzione e cresciuto pure il turpiloquio e la maleducazione.

Di questa categoria hanno sempre fatto parte solo uomini; è una lobby maschilista ed allora, in certi momenti, soprattutto quando vedono una donna al remo a poppa di una gondola, una donna che non fa parte della loro categoria, allora, come potete leggere dall’articolo che segue, pubblicato su Il Gazzettino di oggi, … apriti cielo!

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Insulti, parolacce, pure bestemmie. ...

Insulti, parolacce, pure bestemmie. É bastato che una gondola con degli sposi, condotta da Alexandra Hai, passasse davanti a calle Vallaresso, perché alcuni gondolieri dello stazio si esibissero in una serie di urla da stadio contro la conducente della gondola, che da dieci anni cerca di diventare gondoliere professionista e che ora lavora per conto di un albergo come gondoliere "de casada".

É successo qualche settimana fa, ma solo ora un testimone dello spettacolo lo hareso di pubblico dominio con una lettera aperta dai toni indignati. A scrivere è un colonnello della riserva di Nevegal, Adriano Trevisan. Invitato a Venezia per il matrimonio di un caro amico, ha assistito a «una disgustosa dimostrazione di intolleranza e ottusità da parte di un gruppo di gondolieri maschi nei confronti di una loro collega femmina» per usare le sue parole.
«Costei - prosegue la lettera - con la sua bella ed elegante gondola ha accompagnato gli sposi all'approdo di San Marco, coperta da un coro di ingiurie e sbeffeggiamenti. Di fronte a questa scena incresciosa, io e gli altri invitati, provenienti da varie parti d'Italia, abbiamo provato un forte sdegno.Trovo inqualificabile il comportamento di questi "signori" in considerazione del fatto che le donne godono gli stessi diritti degli uomini e di uguali opportunità, tanto che sono entrate nei corpi militari dello Stato, addirittura nell'amministrazione delle Regole ampezzane, per millenni dominio esclusivo degli uomini. La gondoliera, con la sua gondola perfetta, aldilà degli epiteti ricevuti, lasciava trasparire dal suo volto l'orgoglio e il piacere di svolgere questa professione».

Un episodio di discriminazione femminile, agli occhi di questo testimone "foresto", ma che in realtà nasconde una ben più complessa battaglia che ormai da un decennio contrappone questa signora di origini americane alla categoria dei gondolieri, a tutt'oggi solo al maschile. Più volte bocciata all'esame per diventare gondoliere, ultimamente Alexandra lavora alle dipendenze di un hotel, come "gondoliera de casada". C'è stato anche un ricorso al Tar che ha dato ragione all'albergo: la gondoliera può lavorare tranquillamente, hanno spiegato i
giudici, collocando la sua attività all'interno del "trasporto per conto proprio". Ovviamente, al di là delle implicazioni sessiste, c'è il rischio di incrinare tutto un sistema corporativo a difesa di gondolieri e gondola. Ed ecco che gli interessati danno un'interpretazione diversa della sentenza e comunque confidano in una modifica della legge regionale sul trasporto per conto proprio che tuteli maggiormente la categoria.

Insomma, la battaglia continua. E se Alexandra Hai ieri non ha rilasciato commenti, lo si capisce dai quelli del presidente dei bancali, Roberto Luppi. «Non ero a conoscenza di questo episodio - precisa - ma quando si veste la divisa di gondoliere che rappresenta il Comune e la città di Venezia, non ci si deve comportare in questo modo, anche se si è di fronte a un abusivo. Detto questo, la signora Hai resta un'abusiva. Non ha i requisiti per fare il gondoliere e, a leggere bene la sentenza del Tar, non dovrebbe esercitare. Purtroppo c'è un buco della legge regionale, che contiamo sia chiarito al più presto: per la gondola non deve esserci conto proprio. Qui non c'entra il maschilismo. Se la signora Hai fosse un abusivo maschio, tutte queste polemiche non ci sarebbero. Per questo avrei voluto che all'ultimo esame passasse qualche donna, ma le candidate non erano all'altezza».
Da Ca' Farsetti, però, precisano che Alexandra Hai «non è abusiva - spiega il comandante dei vigili, Marco Agostini -. Non fa un servizio pubblico di gondola, ma di trasporto in conto proprio». «É vero che la legge regionale non è chiarissima - commenta Alfonso Garlisi, responsabile del traffico acqueo - ma se la gondola è dell'albergo e viene condotta nell'orario di lavoro, tutto è in regola».

Roberta Brunetti


lunedì 28 gennaio 2008

Reddito bloccato per le famiglie dei lavoratori dipendenti

“Il reddito delle famiglie con capofamiglia lavoratore dipendente «è rimasto sostanzialmente stabile» (+0,3%) dal 2000 al 2006, considerando l'aumento del costo della vita. Lo sottolinea la Banca d'Italia nell'indagine campionaria sui bilanci delle famiglie italiane nel 2006. Ciò significa che gli eventuali aumenti di stipendio sono stati di fatto «divorati» dall'aumento dell'inflazione.”

Così inizia l’articolo (clicca qui per leggerlo nella sua interezza) su Corriere.it di oggi 28.1.

L’analisi è stata fatta dalla Banca d’Italia, non dai sindacati, e, quindi, non si venga a dire che è di
parte!
Come si può leggere, è evidente che i lavoratori autonomi, in particolare artigiani ed imprenditori, hanno fatto, in questi sei anni presi in esame, la parte del leone.

Si vede che il piangere porta i suoi frutti.

In parole povere un capofamiglia lavoratore dipendente, nonostante gli aumenti salariali, è rimasto fermo, mentre i “piagnoni” hanno incrementato il loro reddito del 13%; che c’entri l’avvento dell’euro?

E se i dipendenti hanno goduto di qualche aumento salariale, cosa dire dei pensionati che questi aumenti non li hanno più?


domenica 27 gennaio 2008

Insensibilità, distrazione o “qualcosa altro”?

Chi segue il mio blog sa che non sono tenero nei confronti dei commercianti veneziani e questo per motivi legati, più che altro, allo sfruttamento della città e del turismo.
Questa volta, però, si sono dimostrati, al di là di qualche raro caso, insensibili –per non usare altri termini- nei confronti di un dramma che ha colpito la città e non solo. Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, aveva indetto il lutto cittadino per ieri 26 gennaio, in occasione dei funerali dei due lavoratori portuali deceduti alcuni giorni fa ed aveva invitato, anche, ad abbassare le serrande, tra le dieci e le unici e mezza, in coincidenza con le esequie. Il risultato di questa richiesta è stato che solo pochissimi hanno aderito mentre la maggioranza ha ignorato la richiesta del sindaco.

«Ma noi, cosa c'entriamo se quei due sono morti a Marghera?».

«Se teniamo chiuso poi andiamo sotto casa di Cacciari per farci dare i soldi dell'affitto».

Queste alcune delle risposte fornite da questi individui.

Non ho parole!

Leggete, di seguito, l’articolo apparso su Il gazzettino di oggi 27.1.
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IN CENTRO STORICO

Negozi quasi tutti aperti «E noi che c'entriamo?»

Venezia - I commercianti veneziani ignorano il lutto cittadino proclamato in memoria di Denis Zanon e Paolo Ferrara, i due operai morti la settimana scorsa in un incidente sul lavoro a Porto Marghera.
Praticamente nessun negozio ha aderito all'invito del sindaco Massimo Cacciari ad abbassare le serrande ieri, tra le dieci e le undici e mezza, in coincidenza con i funerali dei due lavoratori. Bastava una passeggiata in città, nella mattinata di ieri, per constatare che non solo i negozi erano regolarmente aperti, ma non c'era nemmeno alcun segno di lutto sulle vetrine dei negozi. Solo in piazza San Marco diversi negozi hanno tenuto le saracinesche mezze abbassate e le luci spente in vetrina per la durata dei funerali. Per altri, però, tutto è andato avanti come se nulla fosse accaduto. In concomitanza con i funerali, i negozi di dischi hanno continuato a trasmettere allegre musiche di Vivaldi ed è anche rimasta regolarmente attiva la macchina che produce bolle di sapone, utilizzata come richiamo per i clienti da una profumeria di Strada
Nova. E improntate al cinismo sono state le giustificazioni di alcuni esercenti. «Se teniamo chiuso poi andiamo sotto casa di Cacciari per farci dare i soldi dell'affitto» ha detto un commerciante delle Mercerie. Mentre in un negozio di alta moda in Calle Larga XXII Marzo, alla richiesta se avessero venduto qualcosa durante l'ora e mezza dei funerali, e se era assolutamente indispensabile tenere aperto, rispondevano: «Non abbiamo venduto nulla dalle
dieci alle undici e mezzo, e se abbiamo tenuto aperto era per una questione d'immagine verso la clientela e non di incassi». E qualcuno nemmeno sapeva che ci fosse un'ordinanza che proclamava il lutto cittadino. «C'è un lutto cittadino?». chiede un ambulante al mercato di Rio Terà San Leonardo, anch'esso aperto durante i funerali. Eppure l'ordinanza parlava chiaro. Oltre a disporre l'esposizione in tutti gli edifici pubblici delle bandiere a mezz'asta o listate a lutto, la proclamazione del lutto, l'ordinanza tra le altre cose invitava i proprietari di attività commerciali ad abbassare le serrande degli esercizi durante lo svolgimento della cerimonia funebre. «L'invito del sindaco - si giustificano in una tabaccheria di Dorsoduro - non è stato affatto pubblicizzato». Mentre in un negozio vicino la stazione si dicono sorpresi «Ma noi - si chiede il titolare - cosa c'entriamo se quei due sono morti a Marghera?».

Pierluigi Tamburrini


D-eci e lode!

"D eci e lode" è un premio, un certificato, un attestato di stima e gradimento per ciò che il premiato propone.

Questa è la definizione che ne dà il creatore. Io penso che, soprattutto, sia un segno di stima di qualche altro blogger verso il tuo blog.

E chi ha voluto considerarmi degno della sua stima è stata la redattrice di un blog, che si chiama “Intersezioni, che seguo giornalmente e che, giustamente, è già stato segnalato.

La motivazione della mia segnalazione è stata la seguente: “Perché è molto attivo e anche curioso, nel senso che ama informarsi e leggere, e poi perché offre informazioni utili e concrete.”

Ringrazio moltissimo, accetto e, come si usa, cito il regolamento di questo premio.

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Chi riceve questo premio, può assegnarne quanti ne vuole, ogni volta che vuole, a chiunque ritenga degno di stima e di apprezzamento, e con qualsiasi motivazione, sempre però che il destinatario, colui o colei che assegna il premio o la motivazione non abbiano nulla a che vedere con valori negativi come l’istigazione al razzismo, alla violenza, alla pedofilia e simili, dalle quali il “Premio D eci e lode” si dissocia e con le quali non ha e non vuole mai avere niente a che fare.

Per partecipare, bisogna osservare queste regole:

1. Esporre il logo del “Premio D eci e lode”, che è il premio stesso, con la motivazione per cui lo si è ricevuto. E’ un riconoscimento che indica il gradimento di una persona amica, per cui è di valore

2. Linkare il blog di chi ha assegnato il premio come doveroso ringraziamento

3. Se non si lascia il collegamento a questo post già inserito nel codice html del premio provvedere a linkare questa pagina.

4. Inserire il regolamento

5. Premiare almeno 1 blog aggiungendo la motivazione.

Queste regole sono obbligatorie soltanto la prima volta che si riceve il premio per permettere la sua diffusione; ricevendone più di uno non è necessario ripetere le procedure ogni volta, a meno che non si desideri farlo.

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Ed ora tocca a me scegliere chi “premiare”. Prima, però, mi sembrano opportune alcune precisazioni: di norma seguo solo alcuni blog, quelli che si trovano “linkati” a fianco, e di questi, solo alcuni li seguo da più tempo; altri li seguo solo da poco tempo e, per questo motivo ne citerò solo due:

“Oltre il cancello” Questo blog è fra i miei preferiti perché, oltrepassando quel cancello, ci si trova in un ambiente sereno, scevro da polemiche e litigiosità, un ambiente riservato alla bellezza ed al cuore.

“La scuola raccontata ai nostri figli” (Il blog della maestra Maria) per l’impegno profuso verso i suoi alunni con l’innovazione, per risvegliare in loro la gioia di apprendere. Ora la maestra Maria ha dovuto rallentare, per impegni di studio, ma il blog continuerà con l’aiuto degli allievi che lei ha condotto fino all’anno scorso.

Più avanti vedrò di nominarne altri.

27 gennaio - Giornata della memoria

SE QUESTO E' UN UOMO

Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case;

Voi che trovate tornando la sera

Il cibo caldo e visi amici:


Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce la pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì e per un no


Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d'inverno:


Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole:

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,


Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli:

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri cari torcano il viso da voi.


Primo Levi



venerdì 25 gennaio 2008

L'arena in aula.

Letto questo articolo di G.A. Stella, mi chiedo: "Sono i nostri "rappresentanti" (per modo di dire) che hanno imparato dalle zuffe televisive o viceversa?"

Una "superprocura" contro le morti sul lavoro

"Quando i processi durano anni, quando i reati ,anche gravi,per infortuni sul lavoro o malattie professionali vanno in prescrizione, si diffonde l'impunità,l'impressione che si possa fare a meno della prevenzione degli infortuni,perché tanto,anche se ti beccano, prima o poi riesci a farla franca. E di fronte a questo, anche le migliori leggi, come quella italiana, servono a poco".

Quelle che avete letto sono parole del procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello.
(leggi l'articolo completo, di Sandro Della Volpe, cliccando qui).

La sua proposta è quella di creare una "superprocura", come quella antimafia, questa però contro le morti sul lavoro.
E' veramente, a mio giudizio, una bella idea!
La legge italiana, come dice lo stesso procuratore, è una fra le migliori leggi esistenti, però, nell'iter giudiziario il soggetto più debole, il lavoratore, viene vessato da chi può permettersi legali più costosi che si appigliano a tutto ciò che è possibile per ritardare e per far sì che tutto cada in prescrizione.

Senz'altro il nuovo governo, che vedrà il ritorno del signore di Arcore, prenderà in considerazione la proposta del procuratore Guariniello!!!
Se questo post non trattasse un argomento serio, verrebbe voglia di ridere.

Intanto, nel Veneto, in provincia di Treviso si registra un altro decesso sul lavoro. Un operaio è rimasto folgorato mentre manovrava il braccio di una betoniera in un cantiere edile di Santa Maria di Piave.

Ed un altro in provincia di Savona.

Avete letto queste ultime due notizie su qualche giornale???


Aggiornamento delle 17,00
Oggi, a Venezia, nell'area del porto passeggeri, è morto un operaio greco. Clicca qui per la notizia Ansa



giovedì 24 gennaio 2008

Infortuni sul lavoro e "media"

I problemi nel nostro paese, attualmente, si sa, sono tanti.
Ci sono problemi di serie A, di serie B, e di serie Z.


A quanto sembra, gli infortuni sul lavoro, con o senza decessi, salgono agli "onori della cronaca" solo nei casi più eclatanti e/o se non ci sono ulteriori "emergenze".
In queste ore l'emergenza è "politica" ed allora tutti i giornali si sprecano soprattutto a fare i "maghi", cercando di indovinare come voteranno Tizio, Caio o Sempronio.

A Venezia, in particolare a Porto Marghera, dopo l'incidente con i due morti asfissiati, ci sono stati altri incidenti -al porto e nelle industrie chimiche- per fortuna senza decessi, però sempre incidenti che rendono insicura la vita dei lavoratori.
Sui giornali "on line" non si è visto molto! A parte la politica, altri argomenti sono ritenuti più interessanti (amori, si fa per dire, dei Vip, GF, e cose simili).

Cambiamo zona per scoprire che in provincia di Ragusa, in soli dieci giorni, ci sono stati tre morti sul lavoro!
Anche qui nessuna evidenza.

Lo so, mi ripeto! Ho già scritto su questo argomento, ma continuerò a farlo sperando -ed anche qui mi ripeto- che altri blogger seguano il mio esempio.

mercoledì 23 gennaio 2008

E c'è chi "straparla" sempre!!!


Cos'è questo se non un "saluto fascista"?

E' ancora valida la legge che condanna chi fa apologia del regime fascista?

E poi, cosa ha detto questo personaggio che prima le spara e poi gli altri lo difendono come se fosse ... "lo scemo del paese", che può dire quello che vuole, tanto nessuno lo ascolta oppure lo dice tanto per dire?

"Se non si va al voto facciamo la rivoluzione..." ed ancora: "Certo ci mancano un po' di armi, ma le troviamo ..."

Queste sono parole di un parlamentare, di uno che è stato anche ministro della Repubblica!

Quanto dobbiamo pazientare?

Clicca qui per leggere la notizia Ansa.


Aggiornamento del 24-1.2008 (9,55)

Ma di quale "libertà" sta parlando? Quella degli "imprenditori-evasori", quelli che non sanno cosa sia la "partita IVA"?
Ascolta le ... "ultime"!



martedì 22 gennaio 2008

Anche con internet affiorano i ricordi!

Cliccando sul contatore di questo blog accedo ad una serie di informazioni statistiche, fra le quali anche la provenienza geografica degli accessi. Portando il cursore sopra i vari puntini gialli, più o meno grandi in base al numero degli accessi da quella città, vieni a conoscerne anche il nome. (vedi immagine sottostante).

Questa è un'operazione che effettuo ogni tanto, ed anche oggi ho voluto curiosare.
Guardando fra i puntini dell'America latina mi ha incuriosito uno proprio al centro della "pampa" argentina; ci porto sopra il cursore è leggo il nome di Rio Cuarto.
Perbacco, conosco questo posto! Ci sono stato, o meglio l'aereo su cui volavo, un Fokker delle Lineas Aereas Argentinas, aveva dovuto fare uno "scalo tecnico", come si dice.

Ma veniamo al fatto.
Giusto vent'anni fa, mi sembra -giorno più, giorno meno- il 23 febbraio del 1988, assieme agli amici del Coro Marmolada iniziavo una tournée in quella terra, ai piedi dell'Aconcagua.
Eravamo già in viaggio da circa venti ore e, naturalmente, eravamo un po' stanchi: avevamo trasvolato l'Atlantico da Roma a Buenos Aires, con scalo a Rio de Janeiro, e dalla capitale argentina ci stavamo dirigendo a San Raphael, nella provincia di Mendoza.
L'aereo, il Fokker, aveva una capienza di circa sessanta posti e la nostra comitiva, che comprendeva anche una spedizione alpinistica nella Ande, era di circa quaranta persone. Appena decollati da Buenos Aires, dopo un canto di saluto da parte nostra, le hostess iniziarono il giro con il carrello delle bevande: acqua minerale, coca-cola, wyski, "cerveza", succhi di frutta ed altro. Qualcuno chiese del vino ed allora, gentilmente, l'hostess, dopo aver chiesto: "tinto o blanco?", andò a prendere una bottiglia in "cambusa". Dopo due file la bottiglia di "tinto" (mi sembra che fosse il "Trapiche") era già vuota! Arrivata alla fine delle diverse file, dopo aver preso altre bottiglie, tornò indietro ed ebbe altre richieste. Dopo un po' dichiarò che il "tinto" era finito e che dovevamo accontentarci del "blanco". Dopo 45 minuti di volo, anche il "blanco" era terminato!
Non dovevamo preoccuparci perché avrebbero provveduto ugualmente.
Poco dopo l'aereo iniziò la discesa ed atterrò in mezzo alla "pampa" in un aereoporto che scoprimmo chiamarsi Rio Cuarto.
Nessuno dei passeggeri scese e nessuno salì. Solo uno "steward" scese a terra con le cassette di bottiglie di vino vuote e risalì con altrettante piene.
"Scalo tecnico" fu spiegato anche agli altri passeggeri, pochi a dire il vero, che viaggiavano con noi.
Decollo ed arrivo a San Raphael, dopo un'altra ora di volo ... ben carburati!






lunedì 21 gennaio 2008

Morti sul lavoro: un'intervista a Gianfranco Bettin

Su "Articolo 21" ho letto un'interessante intervista a Gianfranco Bettin di Ugo Dinello.
Ve ne propongo la lettura (Clicca qui).

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Aggiornamento delle 19,05

In un commento che ho inserito nel post di ieri e relativo allo stesso argomento ho scritto:

"Perché questa tragedia non resti "una semplice constatazione dei fatti", come dice Daniele, propongo, in primo luogo a me, ma anche agli altri blogger, di tenerla sempre in evidenza per i lettori che ci seguono.

Forse è poca cosa, ma è il minimo che si possa fare per ricordare questi Uomini!"

Mi è sembrato opportuno riportarlo in questo post.

domenica 20 gennaio 2008

RIPRENDIAMO IL MARE - Le culture del Mediterraneo s'incontrano nel canto

RIPRENDIAMO IL MARE
Le culture del Mediterraneo s'incontrano nel canto.


Questo è il titolo dell'incontro-dibattito che si svolgerà sabato 26 gennaio p.v. alle ore 17,00 presso la sede dell'Associazione Coro Marmolada di Venezia - Santa Croce, 353/b.

A relazionare su questo argomento sarà Paolo Bon.

Ecco la locandina

Anche oggi, domenica, un altro morto sul lavoro.


Anche oggi un altro lavoratore è morto!

E' successo a Castelbolognese, in provincia di Ravenna, e la notizia l'ho trovata solo su due giornali "on line": Corriere.it e Repubblica.it

Per quanto riguarda la tragedia di Porto Marghera ecco due articoli/commenti su Articolo 21; clicca qui per il primo e per il secondo.



sabato 19 gennaio 2008

Prima de parlar, … tasi!

“Prima de parlar, … tasi!” È un proverbio veneziano e se è vero che i proverbi sono la “saggezza dei popoli”, al nostro tempo si trovano pochi saggi.
Prima di dire quello che ha detto, il segretario provinciale della Lega Nord di Venezia doveva fermarsi e pensare. E ciò, invece, non ha fatto.
“ … La Serenissima ha alle spalle una storia gloriosa, fatta di pace, democrazia e senso del dovere, nota al mondo intero per il suo sistema equilibrato di fare giustizia, applicando il buon senso ed il rispetto dei cittadini della Repubblica …”; questo ha detto fra l’altro (vedi sotto la notizia nella sua completezza, apparsa su Il Gazzettino del 18.1) per contestare l’accostamento fatto da Mastella alla Repubblica di Venezia, chiamata “serenissima”, con il suo stato d’animo. Non entro nel merito di questa vicenda, della quale resto in attesa di quanto stabilirà la magistratura, e contesto, invece, la richiesta di scuse da parte di questo segretario provinciale all’ex Guardasigilli, nonché la motivazione di questa richiesta. Non ne vedo il motivo tanto più che, nella frase citata sopra, vi sono due errori storici madornali.
Venezia, la Repubblica di Venezia chiamata anche Serenissima, ha sì alle spalle una storia gloriosa, ma non fatta di pace e di democrazia. Anche i bambini delle scuole elementari sanno che il governo di questa nostra (di noi veneziani) repubblica era un governo oligarchico e non democratico. Era uno stato nel quale comandavano in pochi, i patrizi; il resto del popolo, borghesia, plebe ed anche religiosi, nella vita pubblica non avevano alcuna voce in capitolo.
Anche dire che la storia (sempre gloriosa) di Venezia sia “fatta di pace” è un’affermazione fuori luogo. Basta leggere questa storia per accorgersi che, oltre alle imprese commerciali, buona parte parla di guerra, guerre di difesa anche, e pure di conquista. La stessa espansione nella vicina terraferma ed in tutto il Veneto non è stata incruenta.
Perciò,certi personaggi, prima di parlare e di affermare cose non vere, si leggano un po’ di storia!

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Il Gazzettino – 18.1.2008
La Lega contro Mastella: «Serenissimo sarà lui»
«Se quello di Mastella voleva essere uno scherzo di inizio Carnevale, è stato senz'altro di cattivo gusto». Così Corrado Callegari, segretario provinciale della Lega Nord di Venezia, che non ha apprezzato l'accostamento fatto dal ministro dimissionario ieri in conferenza stampa. Alla Lega Nord non è affatto piaciuta la battuta di Clemente Mastella che, rispetto alla vicenda giudiziaria che vede coinvolta la moglie, si è detto «serenissimo come la Repubblica di Venezia».«È un accostamento di cattivo gusto e davvero fuori luogo - ha commentato il segretario provinciale della Lega Nord - La Serenissima ha alle spalle una storia gloriosa, fatta di pace, democrazia e senso del dovere, nota al mondo intero per il suo sistema equilibrato di fare giustizia, applicando il buon senso ed il rispetto dei cittadini della Repubblica. Non per niente venne definita dal Petrarca "città ricca d'oro ma più di nominanza, potente di forze ma più di virtù". Non credo che Mastella possa permettersi di accostarsi a tanto. Chieda scusa alla città di Venezia ed ai suoi abitanti».«Prima di parlare - ha concluso Callegari - Mastella dovrebbe innanzitutto aspettare la soluzione della vicenda giudiziaria e se l'aver lasciato l'incarico di ministro lo fa stare tranquillo, allora non accetti l'invito di Prodi a riconsiderare le dimissioni».

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Cos'è il "waredriving"?

Riguarda la sicurezza del vostro PC e della vostra connessioni "wi-fi".

Per saperne di più, clicca qui.

Dal 1° gennaio già 51 morti sul lavoro!

Da ilVenezia del 19.1.2008

Dal 1° gennaio 51 vittime. - A Padova e Andria altri incidenti

La lista si allunga, dall'inizio dell'anno a oggi sono 51 i morti sul lavoro.
E oltre all'incidente di Marghera, ce ne sono stati altri due mortali: a Padova e Andria.
Giovedì sera, a Padova un autotrasportatore ha perso la vita schiacciato dal suo mezzo. Francesco Pizzo, 51 anni, è morto mentre stava scaricando un paio di tonnellate di ghiaia dal suo autocarro. Il secondo tragico incidente ad Andria. Agostino Lorusso, 31 anni,
è precipitato da un'altezza di sette metri mentre era al lavoro in un cantiere edile nella zona industriale della città. Era occupato in un cantiere per la realizzazione di un opificio.
I carabinieri stanno indagando se Agostino Lorusso fosse privo di casco e cinture, di
cui non v'è traccia nel cantiere.
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La stampa ed anche la Tv hanno dato spazio ieri all'incidente di Porto Marghera ed a quanto di nuovo si sta verificando alla Tyssen. Fino a quando?

Intanto, ecco quanto ho trovato in rete:

La Stampa - Articolo 21 - La Repubblica - Corriere

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AGGIORNAMENTO delle ore 16,20

Il Gazzettino di Venezia, giornale locale, dedica, ovviamente, più di qualche pagina ai due morti sul lavoro di Porto Marghera.
"Lavoro sulle navi, ecco cosa prevedono le norme" questo è il titolo di un breve articolo, di questo quotidiano, che vi propongo.

giovedì 17 gennaio 2008

Venezia: Non tanto una Disneyland per tutti, quanto un Club Med esclusivo

“Non tanto una Disneyland per tutti, quanto un Club Med esclusivo, dove chi potrà permetterselo si comprerà il suo pezzo di Venezia”.
Questa la previsione del prof. Gerardo Ortalli, storico dell’Università Ca’ Foscari e punto di riferimento di Italia Nostra, una previsione non a molto lungo termine.
Il centro storico di Venezia, probabilmente entro il 2008, vedrà il numero dei suoi abitanti scendere sotto la soglia dei 60.000.
Perché nel giro di non molti anni la nostra città ha avuto, e continua ad avere, questa emorragia di abitanti?
Dal 4 novembre 1966, il giorno della grande acqua alta, è iniziato, in modo particolarmente evidente, questo fenomeno; il motivo, allora, fu lo stato precario e insalubre delle abitazioni, soprattutto quelle a piano terra. Poi ci fu l’enorme sviluppo del turismo con la vendita delle case a non veneziani. Quindi i proprietari delle case preferivano che gli inquilini lasciassero liberi gli appartamenti per poter disporre dell’immobile da immettere sul mercato internazionale. Con tutte queste manovre il costo del mattone a Venezia sale alle stelle e, quindi, altri veneziani, non potendo sostenere i costi lasciano le case che entrano, di conseguenza, nel mercato, sempre internazionale.
Diminuiscono i cittadini e, quindi, anche i consumi quotidiani e questo fatto mette in crisi anche il commercio di tutti quei generi “non turistici”. La conseguenza è la chiusura dei negozi al servizio del cittadino e l’apertura di “negozi di maschere”. Cosa mangiano i veneziani? La cartapesta delle maschere? Anche per gli immobili ad uso commerciale crescono a dismisura gli affitti.
Negli ultimi anni poi c’è stato un considerevole cambio di destinazioni d’uso degli appartamenti da abitativo ad uso turistico (leggi appartamenti per turisti, pensioni e bed & breakfast, negozi di maschere).
Insomma è il classico caso del cane che si mangia la coda.
“La politica dei cerotti,“ - continua Ortalli - “con cui si è proceduto finora, non è più sufficiente. Il problema della residenza, in particolare, sta uccidendo Venezia. Non c'è un solo progetto che non corra dietro alla deriva turistica, e questa gestione della città a pezzetti, che segue tutta una serie di interessi particolari, sta portando alla paralisi di una politica di salvaguardia”.
E continua: “I muri anche resteranno, ma la città sarà morta. Purtroppo salti del genere la cultura amministrativa non li riesce a fare. Qui non hanno ancora capito che il turismo è una risorsa, ma come tutte le risorse non può essere sfruttata oltre il compatibile”. (Clicca qui per leggere l’intero articolo).

Purtroppo i politici, fino ad ora, non hanno fatto nulla! Usano i cerotti per curare un moribondo, come dice il professor Ortalli. Per fare qualcosa di veramente valido ci dovrebbero essere dei politici con “i cosiddetti”! Ma questi uomini non esistono a Venezia.
I politici, non solo a Venezia, sono troppo legati alle “lobbies”. Chi si vuole mettere contro i gondolieri? Ma non solo loro! Albergatori, pubblici esercenti, commercianti in genere, artigiani e tante altre! Tutte categorie che gestiscono, in campo locale, parecchi voti e che sono legate al movimento turistico. Però, cosa succederà anche a loro quando, come dice Ortalli, “I muri anche resteranno, ma la città sarà morta”?

Cosa serve, secondo me, per cambiare qualcosa? Pochi provvedimenti:
1) bloccare tutti i cambi di destinazione d’uso e quindi: basta nuovi alberghi, basta concedere che appartamenti vengano dati in affitto a settimana, basta “bed & breakfast”;
2) basta vendite di immobili a non residenti;
3) controlli strettissimi, anche fiscali, su chi non ottemperi a quanto sopra;
4) controlli strettissimi su tutte le attività legate al turismo.


Certo non sono cose facili da fare, anche perché, molto probabilmente, si scontrerebbero con la legislazione attuale. Allora qualcosa va cambiata. Perché, mi domando, in Alto Adige, esistono delle limitazioni simili? Forse perché è una provincia autonoma all’interno di una regione autonoma?
A suo tempo le regioni a statuto speciale furono costituite in virtù delle specifiche condizioni storiche, geografiche, linguistiche e culturali esistenti in queste regioni. Ed a Venezia non sono forse “specifiche” le sue condizioni geografiche, culturali ed anche ambientali. Allora, ma l’avevo già espresso in qualche altro post, Venezia dovrà diventare una città a statuto speciale con una particolare autonomia!

Siamo diversi rispetto a tutto il resto del mondo, diversi nell’ambiente e nel modo di vivere. Noi veneziani camminiamo molto, da giovani ed anche da vecchi: usiamo le gambe, anche se le stesse faticano a portarti avanti, anche se fare i ponti, magari portando pesi, è faticoso. Non usiamo né le quattro né le due ruote.
Ripeto, siamo diversi, siamo minoranza! Oggi si tutelano tutti i diversi e tutte le minoranze e non capisco perché non debba essere tutelata questa minoranza, che, lentamente (ma non tanto), sta scomparendo e che è formata dai veneziani.

mercoledì 16 gennaio 2008

Sono allibito (3)


L’ultima scorrettezza della Tyssen

Alla Thyssen depistaggio con gli estintori
Fatti sostituire di notte dopo la strage. Un tecnico confessa: me l’hanno ordinato.

Capisco che “altre notizie più importanti” occupano oggi le pagine dei giornali “on line”, però un po’ di posto per i sette morti della Tyssen potevano trovarlo.
Solo LaStampa.it di oggi (16.1)riporta questa nuova notizia

AGGIORNAMENTO delle ore 21,00


Sul rogo della Tyssen ora è chiamato a dire la sua anche l'Europarlamento.
Era ora! Leggi la notizia

Ed ecco le dichiarazioni di Epifani.